Il killer di Orlando, Omar Mateen, che nella notte di sabato ha ucciso 49 persone in un locale Gay presso il Pulse, esclamò: “Non ho problemi con la gente di colore, penso che abbiano già sofferto abbastanza”. Lo conferma Patience Carter, la giovane afroamericana di 20 anni, sopravvissuta alla strage: “Il killer mi disse che non aveva nessun odio verso i neri, voleva che l’America la finisse di bombardare il suo paese”.

Chi è il killer

Omar Seddique Mateen, il suo nome completo, nonostante fosse cittadino Statunitense, ha origini Afghane, entrambi i genitori sono dell’Afghanistan.

Secondo il padre, Mateen odiava gli omosessuali e a Miami rimase turbato per aver visto due uomini baciarsi.Lavorava come guardia privata e viveva a Fort Pierce, in Florida. Era sposato e aveva un figlio di tre anni. Secondo fonti investigative, il giovane di 29 anni, comprò le armi legalmente due giorni prima della strage, una pistola e un fucile. Obama, dopo la strage, ribadì per l’ennesima volta l’urgenza di creare delle leggi che impediscano il facile accesso alle armi negli Stati Uniti.

La testimonianza della sopravvissuta

Patience Carter, la giovane afroamericana che ha vissuto gli attimi di terrore nella notte dell’11 giugno, continua la sua testimonianza dicendo “Ha chiamato il 911, una volta finita la chiamata si è rivolto a noi che eravamo nascosti dentro il bagno chiedendo se ci fossero altri neri.

Rispose un altro uomo di colore confermando la presenza di altre sei o sette persone di colore”. La risposta del killer fu: “Non ho nulla contro i neri, questa cosa riguarda il mio Paese”.

La rivendicazione ISIS

Mateen era già indagato nel 2013 e nel 2014. La polizia aprì un fascicolo e poi successivamente lo chiuse per mancanza di prove per proseguire con le investigazioni, anche se, secondo la CNN, era tra le cento persone sospettate di essere tra i simpatizzanti dell’ISIS.

Prima di compiere la strage avrebbe chiamato il numero di emergenza 911 ribadendo la sua fedeltà all’ISIS. Fu il Califfato a confermarlo successivamente con un messaggio: “Omar Mateen era un nostro combattente!“.

Su Facebook sono nati dei gruppi fans di sostegno a Mateen ma prontamente chiusi . Uno tra questi “Omar Mateen Fans”, creato da un profilo dell’Uganda ma attualmente non più raggiungibile.Durante la strage avrebbe chiamato una tv locale, ribadendo il suo legame all’ISIS.

E’ lo speaker Gentili a sottolineare le frasi pronunciate dal killer: “Hai sentito della sparatoria? Sono io, l’ho fatto per l’ISIS”.

Pare che la moglie sapesse tutto

La moglie del killer, Nora Salman, secondo la CNN e FOX, che cita fonti dell’FBI, pare che sapesse tutto. Cercò di dissuadere il marito, ma inutilmente. Fu proprio lei ad accompagnare Mateen a comprare le armi e, sempre insieme, sorvegliarono il locale tra il cinque e il nove giugno. Risulta attualmente indagata e rischia l’incriminazione per non aver dato l’allarme e denunciato alla polizia le intenzioni dell’uomo. Secondo le fonti, pare che si siano sentiti anche al telefono pochi istanti prima dell’irruzione.

E’ emerso dal passato di Omar Mateen che fu indottrinato dall’Imam anti gay Abu Taubah, ma pare che lo stesso religioso, Marcus Dwayne Robertson (il vero nome) smentisca categoricamente: “Non lo conoscevo, l’Islam non appoggia ciò che ha fatto perché non c’è alcuna giustificazione per un tale gesto. Non l’ha fatto nel nome dell’Islam!“.