"Oh capitano mio capitano", gli dicevano i suoi studenti de "L'attimo fuggente" nella scena in cui lasciava il collegeWelton con il nome di John Keating, il professore del Carpe Diem, cogli l'attimo. Vorremmo anche noi dirgli di non lasciarci, recitandogli quel tributo che potete ricordare nel video sottostante.

Purtroppo non possiamo farlo, perché Robin Williams ci ha lasciato per sempre l'11 agosto di due anni fa, togliendosi la vita.

La cosa peggiore non è essere soli, ma stare con qualcuno che ti fa sentire solo

Questo diceva Robin. L'alieno venuto dallo spazio, quel Mork degli anni '80 che parlava del suo pianeta e raccontava la terra come un posto strano ma meraviglioso.

Vinse il suo primo Golden Globe come miglior attore per la fortunata serie "Mork & Mindy". Un alieno anche lui appariva a volte. Il Cinema, quello dei grandi attori, a volte porta con sé la maledizione del vivere dentro i personaggi, dai quali può capitare che non si riesca più ad uscire. Si sarà sentito solo Robin, al punto di non riuscire più a vivere? La prima ipotesi sulla sua morte, avvenuto per impiccamento e quindi asfissia, parlò di debiti esorbitanti, ma l'ultima moglie Susan Schneider riferì che Robin aveva il sospetto di essere affetto dal morbo di Parkinson. Fu un esame autoptico dettagliato a scoprire che il Peter Pan del cinema soffriva di una malattia neurodegenerativa che si chiama demenza da corpi di Lewy, una malattia senza cura che può dare anche allucinazioni visive.

Robin Williams, il genio ribelle del cinema mondiale

E' lui il vero genio ribelle, quel "Will Hunting" che gli è valso un premio Oscar, film interpretato assieme a Matt Damon e nel quale interpreta uno psicologo che aiuta un giovane che ha subito maltrattamenti a perdonarsi. Cos'è che lui stesso non è mai riuscito a perdonarsi?

Cos'è che nonostante la fama, il successo, il tributo mondiale e il denaro non è riuscito a dargli la felicità che sapeva dare a noi quando guardavamo i suoi film? Quella malattia, o il senso di solitudine che può coglierti quando sei circondato da così tante persone da sentirti immerso in una folla di estranei? Solo lui può sapere cos'ha provato in quegli istanti.

A noi rimangono, immortali, i suoi film, e quella sua buffa faccia che, con una voce tuonante e piena di vita gridava "gooooooood morning Vietnaaaaam!".

Addio capitano, nostro capitano.

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