Gli uomini delle fiamme gialle hanno eseguito questa mattina a Milano undici arresti, nell'ambito di un'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, riguardante reati di natura tributaria ed il riciclaggio. I magistrati hanno contestato agli arrestati anche il reato associativo, aggravato dalle finalità mafiose. Posta sotto commissariamento una società gestita dal gruppo "Fiera di Milano", i cui vertici sarebbero stati in contatto con gli indagati. E' scattato il sequestro preventivo di beni per un valore di circa 5 milioni di euro. A finire in cella, tra gli altri, anche l'ex presidente della Camera penale di Caltanissetta.

Le mani di "Cosa nostra" sugli affari di Expo

Delle undici persone per le quali sono state disposte misure cautelari, sette sono finite agli arresti domiciliari, mentre in quattro casi si sono aperte le porte del carcere, con la grave accusa di "associazione per delinquere" finalizzata a favorire gli affari della mafia. Al gruppo è riconducibile anche un consorzio di cooperative a cui erano stati assegnati, tra gli altri, anche gli appalti per la realizzazione di quattro padiglioni di Expo 2015. "Il Fatto Quotidiano" racconta che secondo i giudici, i proventi degli affari fatti al nord, sarebbero stati utilizzati anche per finanziare un clan con base a Pietraperzia, in provincia di Enna. L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, divenuta celebre per le inchieste su Berlusconi, e dai pm, Paolo Storari e Sara Ombra.

Le infiltrazioni delle cosche

Durante le indagini, sono stati rivenuti e posti sotto sequestro 400 mila euro, in contanti, nascosti all'interno di un camion, che dalla Lombardia era diretto in Sicilia. In seguito è stato trovato un altro milione di euro, sempre in contanti, posti sotto sequestro insieme ad altri beni, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro, finiti sotto sequestro preventivo.

L'inchiesta evidenzia come in Lombardia siano presenti infiltrazioni di "Cosa Nostra".

Expo continua a far parlare di sé

A distanza di novemesi dalla fine dell'evento, Expo 2015 continua a fare parlare di sé. Un mese fa aveva suscitato polemiche la notizia del fallimento di due aziende, che avevano effettuato lavori per l'evento, e non sonostate mai pagate. Ma in uno dei due casi, è emerso che la società aveva una situazione di crisi pregressa.