Il terrorista Abel Kermiche, killer del prete di Rouen, non avrà una sepoltura degna di un musulmano: ha compiuto un gesto impuro e non merita che il suo nome venga accostato a quello dell’Islam. Queste le volontà del presidente del Consiglio regionale islamico della Normandia. Ciò che è accaduto segna un mutamento della strategia dell’Isis, poiché nessun luogo di culto occidentale era mai stato profanato in tal modo: anche per il Corano si tratta di luoghi inviolabili.
L’appello degli imam: i musulmani affollino le chiese
Si tratta di un messaggio forte e chiaro che la comunità islamica trasmette alla Chiesa cattolica e a tutto l’Occidente, ripiombato nella paura più profonda, quella che nutre il pregiudizio e si insidia poco a poco nelle coscienze, balzando dalle pagine di un giornale alle nostre vite quotidiane: si delinea così un quadro socio-politico a dir poco terrificante.
Il Centro per il culto musulmano francese ha invitato i suoi fedeli ad affollare le chiese tutte le domeniche, per promuovere pace e fratellanza spirituale contro odio e violenza.L’iniziativa verrà appoggiata anche in Italiacosì che, da nord a sud, da Milano a Palermo,il messaggio sia univoco.
Rouen, i terroristi sgozzano il parroco Jacques Hamel
Lo scorso 26 luglio l’ultima azione criminalechesi inserisce all’interno di una lunga sciadi attentati, dei veri e propri bagni di sangue nel cuore dell’Europa: due terroristi si sono introdotti nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, prendendo in ostaggio e uccidendo il parroco Jacques Hamel, di 86 anni. Durante l’attacco sono stati presi in ostaggio anche due fedeli e due suore, con le quali i giovani terroristi hanno scambiato qualche frase.
Il terrorismo 2.0 e il pericolo della diaspora
I terroristi si proclamano fedeli seguaci dell’Islam, questo è certo, ma non è matematico che tutti i musulmani siano votati alla jihad. Il terrorista 2.0 ha mille facce, tante quanti sono i modi di mettere in pratica le azioni di reclutamento e quelle del più bieco terrore.Un ruolo importante l’ha giocato il mondo digitale con i social network e WhatsApp, attraverso i quali siintercettano i disagi giovanili per incanalarli sapientemente nella macchina del terrore.
I sedotti dal fascino della sharia sono di qualunque estrazione sociale e nazionalità, accomunati talvolta da mancanza di prospettive per il futuro, una fallita integrazione con la società ospitante e personalità borderline.
I numeri comunicati dall’Fbi riguardanti i foreign fighters fanno impallidire: secondo James Comey, capo dell’Fbi, la battaglia del Califfato contro l’Occidente pare essere solo all’inizio; i buoni risultati ottenuti dall’alleanza schierata contro l’Isis nei territori siriani e iracheni provocheranno una replica che non si farà attendere, aumentando in modo esponenziale le probabilità di attentati in Occidente, Stati Uniti compresi.
Ci sarà una diaspora dalla Siria all’Occidente dei combattenti, la cui potenza è dieci volte superiore a quella di al Qaeda. L'Europolparla di un’altissima percentuale di donne europee desiderose di sposare la causa del Califfato: per l’Olanda, ad esempio, si parla di circa il 40% del totale dei fighters.
Terrorismo: prevenzione e integrazione possono coesistere
È possibile, dunque, riuscire a prevenire gli attacchi terroristici? Secondo Comey è molto difficile esarebbe fondamentale una collaborazione strettissima tra i servizi segreti di tutti i paesi occidentali, così da anticipare le mosse di chi si organizza per colpire. Si dovrebbe favorire l’integrazione, progettando un piano che la garantisca.
"Dobbiamo mettere inequilibrio integrazione, libertà e sicurezza" ha affermato recentemente la cancelliera tedesca Angela Merkeldurante una conferenza stampa a Berlino, decretando il definitivo rifiuto a un cambio di politica riguardo i rifugiati. Una vera e propria sfida a livello globale, quella contro il terrorismo islamico, che si prospetta come la più ardua di sempre.