Come abbiamo potuto apprendere dai media, nei giorni scorsi e per la precisione il 24 luglio, nel porto di Reggio Calabria sono sbarcate ben 729 persone dal pattugliatore Marina Vega. Il gruppo sarebbe stato recuperato al largo delle coste Libiche in quattro diverse operazioni della Marina militare. Tra tutte queste persone di diverse nazionalità sarebbero stati presenti ben 152 minorenni, due neonati, oltre 150 donne ed il resto uomini. Una volta scesi dalla nave gli immigrati sono stati presi in gestione dal servizio di accoglienza, dove hanno potuto ricevere se necessario adeguate cure mediche, cibo, bevande ed intrattenimento.

Il video virale

Ormai sta già facendo il giro del web il video pubblicato su Facebook, le immagini sono state riprese e condivise da uno dei volontari che erano presenti durante lo sbarco di quel giorno. Nel filmato si vedono decine e decine di giovani di colore seduti ordinatamente per terra sul molo e con alle spalle la grande nave della Marina, dalla quale continuano a scendere altri migranti.

Questi ragazzi nell'attesa di ricevere qualcosa da mettere sotto i denti vengono intrattenuti da una gioiosa suora, che, molto allegramente, gli fa ripetere in coro semplici parole e cerca di spiegargli la geografia Italiana.

La verve di Suor Lina

La protagonista indiscussa di tutta questa storia è sicuramente Suor Lina, da come si può notare nelle immagini la donna anche se non più giovanissima, con il suo carisma riesce a tenere a bada e ad attirare l'attenzione di tutti quei ragazzi.

Quasi come se avesse a che fare con dei bambini, con molta pazienza e con uno sguardo gentile per tutti, cerca di insegnare parole basilari e buffamente, chiedendo in prestito una scarpa ad uno degli spettatori, spiega la geografia italiana indicando approssimativamente alcune città, o ancora intona canti come l'Alleluia sotto gli occhi basiti di tutti.

I giovani ovviamente si trovano spaesati ma anche divertiti dagli atteggiamenti della simpatica suora e non possono fare altro che ridere e provare a ripetere, anche se con un po' di imbarazzo, quelli che per loro ancora risultano come suoni incomprensibili.