Nuovo video di propaganda jihadista con parole minacciose rivolte ai nemici dell'Islam radicale. Stavolta però l'obiettivo del terrorismo internazionale non è un Paese occidentale ma la Russia di Vladimir Putin, attivamente impegnata in Siriaormai da mesi al fianco del regime di Bashar al-Assad contro le milizie dello Stato Islamico e tutte le altre fazioni islamiste.

'Portate la jihad in Russia'

Il messaggio è stato postato su Telegram. In un filmato, la cui autenticità è ancora tutta da verificare, un presunto militante dello Stato Islamico esorta i "fratelli" a "portare la jihad in Russia".

L'uomo ha il viso coperto e guida un auto in pieno deserto. Chiare le sue parole, dirette al presidente russo. "Ascolta Putin, verremo in Russia e vi uccideremo tutti nelle vostre case". Ma in realtà questa minaccia potrebbe celare in maniera maldestra la grande paura del Califfato il cui destino è ormai segnato, almeno sul campo di battaglia.

Patto USA-Russia contro Isis

Se il filmato è autentico, opera dunque dell'abile propaganda jihadista e non di un mitomane, è chiaramente una risposta ai recenti movimenti nello scacchiere internazionale che ha come principale scenario la Siria. L'alleanza tra Stati Uniti e Russia, con l'unico scopo comune di abbattere definitivamente le milizie jihadiste, è possibile.

I due Paesi sono politicamente lontani anni luce e le recenti polemiche sul caso 'emailgate', con Vladimir Putin che starebbe "giocando sporco" per favorire l'elezione alla presidenza di Donald Trump, non aiutanocertamente le relazioni diplomatiche. Sulla Siria in particolare c'è da sciogliere il nodo Assad, gli Stati Uniti sono sempre stati contrari al regime di Damasco che hanno cercato in tutti i modi, leciti e meno leciti, di ostacolare.

La Russia è scesa in campo al fianco del prezioso quanto fedele alleato siriano e questo intervento ha cambiato le sorti della guerra. Attualmente in Siria esistono due fronti, nel primo combattono le forze leali ad Assad coadiuvate dai russi mentre nel secondo sono impegnati i militari della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti.

L'unione tra i due fronti permetterebbe di giungere a Raqqa, sedicente capitale del Califfato, in tempi molto più brevi di quelli attualmente previsti. L'obiettivo comune resta quello di eliminare tutte le milizie jiahdiste per poi sedersi attorno ad un tavolo e discutere del futuro della Siria.