Mercoledì 24 agosto 2016, ore 3,36. La furia devastante della natura si scatena, a farne le spese una manciata di piccoli comuni dell'Appennino Centrale situati in una zona confinanti quattro regioni: Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria. L'epicentro del Terremoto di magnitudo 6 si è registrato in provincia di Rieti, ma colpisce con violenza soprattutto amatrice, Norcia, Accumoli e Arquata Tronto. Purtroppo non è un caso che i quattro paesi più colpiti e quasi in linea retta tra Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Nazionale del Gran Sassoabbiano riportato crolli, gravissimidanni alle strutture epurtroppo laperdita di vite umane.In questo caso, come a L'Aquila,una profondità dell'ipocentrointorno a 7km è devastante e la forza d'urto aumenta a dismisura.

La causa della devastazione

La penisola Italica è posizionata tra due placche che spingono in modo contrario;quella Euroasiatica verso sud e quella Africana verso nord. Inoltre, ci sono due forze sottomarine contrastanti; una dal Tirreno e l'altra dall'Adriatico. Questo brutale schiacciamento continuo fa sì che l'Italia sia uno dei paesi più colpiti dai terremoti.Il sisma dell'altra notte ha avuto unipocentro poco profondo (punto di rottura, quindi il luogo nella faglia dove si genera il terremoto a causa della liberazione della potente energiaaccumulata durantela deformazione della roccia).Di conseguenza le onde longitudinali e trasversali che si generano arrivano facilmente in superfice perché non trovano ostacoli rappresentati dal terreno stesso che funga da ammortizzatore.

A questo punto l'epicentro (punto della superficie terrestre posto sulla verticale condotta dell'ipocentro e dove si proiettano in superfice le onde sismiche) libera freneticamente tutta l'energia accumulata nel sottosuolo trasformandosi nel luogo dove il terremoto causa più danni.

Le temute scosse di assestamento

Questi movimenti si producono prima in modo premonitore a causa dello scontro delle placche sotto la crosta terreste e dopo il sisma principale, in genere di minore intensità ma pericolose per le strutture danneggiate e specialmente per i soccorsi.