I social network sono una grande invenzione, contribuendo in modo significativo ad un nuovo modo di fare comunicazione e diffusione di notizie. Attraverso le loro pagine e i loro utenti, si fotografa la realtà sociale, bella o brutta che sia. Una vita virtuale parallela, di cui difficilmente riusciamo a farne a meno. Tutto passa tramite i social. Dal buongiorno del mattino alla buona notte, passando per notizie, pettegolezzi, gossip, dibattiti e considerazioni più o meno pregnanti. E come nella società civile, anche i social danno spazio a persone dotate di scarsa sensibilità, pronte alla guerra, all'attacco mediatico, al discredito dei malcapitati di turno.
Ma grazie ad una singolare sentenza che arriva dalla lontana Australia, forse finalmente chi ha intenzione di postare un commento sgradevole, baderà bene alle parole che utilizzerà. È successo, infatti, che un anziano signore di 74 anni, Kenneth Rothe, proprietario di due strutture ricettive nella città di Nambucca, un bel giorno sia stato accusato, tramite Facebook, del fatto che i suoi alberghi - il Nirvana Village e il Blue Dolphin Motel - fossero frequentati da pedofili.
Un'accusa infamante quanto crudele, assolutamente priva di alcun fondamento, come accertato successivamente dal giudice. Ma chi aveva messo in giro quella bieca quanto falsa notizia? Tutto è iniziato da un commento fatto da un utente del noto social network, un elettricista di nome David Scott, che ha scritto: "Allarme Pedofilia.
La città di Nambucca è la nuova location per questi mostri", chiosando "Il Nirvana e il Blue Dolphin e il ristorante indiano sono i rifugi dei pedofili, proprio di fronte la fermata dell'autobus dei bambini".
Parole che sebbene scritte nell'anonimato di una casa, su una pagina del social non molto frequentata, hanno avuto una risonanza tale che attraverso il solito tam ta mediatico, ben presto hanno condiviso in tanti, dando clamorosamente ed ingenuamente per vera la notizia. Le conseguenze di questo gossip oltraggioso si sono presto evidenziate. Telefonate anonime, minacce di morte, danneggiamenti sono solo alcune delle cose con cui per molti mesi il proprietario degli alberghi ha avuto a che fare.
Una situazione che è continuata per ben sei mesi, mandando in ospedale il signor Kenneth a causa del forte stress emotivo, mentre la sua famiglia decideva di trasferirsi altrove a causa dell'incompatibilità ambientale sviluppatasi.
Nonostante il giudice abbia accertato l'assoluta estraneità di Kenneth con la pedofilia e abbia invitato il signor Scott a ritrattare la sua affermazione, dopo il rifiuto dello stesso di cambiare il suo commento, si è visto costretto a condannarlo ad un risarcimento di 115 mila dollari, mettendo in guardia i fruitori dei social sul fatto che l'anonimato, l'immediatezza e l'immensa portata della rete possono danneggiare enormemente se utilizzati in modo scorretto.