Una giovane donna indiana - zia di un bambino di appena 18 mesi - ha gettato il proprio nipote da una delle finestre dell'ospedale dove il bambino era ricoverato a causa di una grave setticemia. Le immagini del folle gesto, che inchiodano la donna, stanno facendo il giro del mondo, grazie alla intensa condivisione sui social network tra lo stupore e l'indignazione degli internauti.

Ci sono braccia che ci accolgono amorevolmente e braccia di cui è meglio diffidare; braccia a cui ci si aggrappa per salvarsi e braccia che al contrario potrebbero lasciarci scivolare verso la via del non ritorno ,molto pericolose per la vita.

Ed è stato così anche per il piccolo di 18 mesi, che è stato abbracciato purtroppo dalla persona sbagliata: la zia.

Il ricovero in ospedale e il folle gesto

Una febbre molto alta che non passava, dunque la decisione di portare il piccolo neonato nel più vicino ospedale, dove è stato ovviamente ricoverato per ricevere tutte le cure necessarie. Come sempre accade in questi casi i famigliari più vicini ai genitori - sorelle, cognate, suocere - si avvicendano per dare supporto morale alla coppia e non solo.

Così è stato anche per la zia del piccolo neonato, che si è aggiunta ai tanti parenti accorsi. Ma le sue intenzioni erano molto lontane dal dare aiuto, amore e supporto. Lei aveva un obiettivo preciso, che le immagini di sicurezza del reparto in cui era ricoverato il piccolo , hanno puntualmente registrato, inchiodando la donna alle sue gravissime responsabilità.

Gli antichi retaggi di una società patriarcale

Le immagini parlano chiaro: Sarita Devi, la donna del folle gesto, ha gettato il proprio nipote da una delle finestre dei corridoi del reparto in cui era ricoverato il piccolo. Ha aspettato di rimanere sola, pensando di non essere vista da nessuno, e poi senza alcuna esitazione ha lasciato cadere il piccolo, facendolo scivolare dalle sue braccia nel vuoto.

Mentre la donna ritornava dai suoi parenti come se nulla fosse accaduto, il bambino faceva un volo di diversi metri atterrando fortunatamente su delle reti di protezione poste proprio in quel punto contro le incursioni delle scimmie. Mentre in tanti invocavano al miracolo, le locali forze dell'ordine hanno subito interrogato la donna e capire le motivazioni del folle gesto.

"Ero invidiosa perché ho tre femmine" sembra aver detto la donna agli inquirenti. Ennesima testimonianza del gravissimo condizionamento a cui sono sottoposte le donne indiane, figlio di unantico retaggio di una società patriarcale dove solo l'uomo ha importanza, e dove le donne che non riescono a dare alla luce dei maschi vengono arse vive o indotte all'aborto.