Un'altra espulsione messa in atto ieri sera si aggiunge alle 48 già eseguite del Ministero dell'Interno nel 2016. Si tratta di un marocchino, segretario della Comunità islamica di Treviso e della Marca, «imam supplente» in assenza del titolare, allontanato per motivi di sicurezza dello Stato in quanto aveva rifiutato di prestare giuramento per la cittadinanza italiana. Il marocchino in età di 33 anni aveva fatto lui stesso la domanda per ottenere la cittadinanza nel 2013, la quale,vista sua condotta esemplare fino ad allora, era stata accettata.
Arrivato a Treviso nel 1998, sposato con una connazionale con quale ha avuto tre figli, non si era mai reso protagonista di reati, esternazioni o episodi di estremismo religioso. Tuttavia, nel giorno in cui doveva concludere la richiesta con il giuramento sulla Costituzione, ha rifiutato di presentarsi di propria iniziativa. Il motivo di questa decisione? Il convincimento secondo cui c’è piena incompatibilità tra l’osservanza dei precetti "salafiti" e la fedeltà alla Repubblica Italiana, laddove la legislazione sarebbe portatrice di valori inaccettabili per un musulmano vero, come, per esempio, la parità tra uomo e donna. Nel contesto dell'alto allarme terroristico in Italia, la mancata presenza è stata ritenuta sospetta dalla polizia e la Digos (la Divisione investigazioni generali ed operazioni speciali) ha voluto approfondire la questione.
I motivi dell'espulsione
Secondo le dichiarazioni del ministro Angelino alfano durante una conferenza stampa:«In linea con questi sentimenti di avversione verso le nostre regole, [il marocchino] ha disprezzato i principi fondanti la nostra Costituzione e ha invitato persino i suoi familiari e i suoi conoscenti a rifiutare la cittadinanza italiana, proprio come lui aveva fatto».
Il ministro dell'Interno ha sottolineato l'attenzione che viene riservata a quegli esponenti religiosi dimostrati "ostili alle nostre tradizioni,i principi sanciti dalla Costituzione", attenzione che per il “imam supplente” di Treviso si è concretizzata con volo diretto Fiumicino-Casablanca nella tardaserata di ieri.
Il Ministro ha ricordato il lavoro incessante delle autoritàimpegnate nella lotta al #terrorismo.per prevenire atti ostili dopo le numerose minacce giunte dai jihadisti.
"A partire dal 2015”, ha aggiunto Alfano, “sono 12 gli imam espulsi. Complessivamente, dall'inizio del 2015, si contano 115 rimpatri forzati, dei quali 49 sono stati eseguiti nell'anno in corso."
Solo 5 giorni fa a Novara venivanoespulsi atri 2 leader religiosi musulmani, un tunisino di 39 anni e un marocchino di 42, con destinazione Tunisi e Casablanca. Citando sempre le dichiarazioni del ministro Alfano: "il marocchino, residente a Novara dal 2014 aveva iniziato a celebrare riti religiosi veicolando contenuti marcatamente "salafiti", di assoluta chiusura nei confronti della cultura occidentale" L'altro imam espulso, il tunisino, "nel settembre del 2015 era arbitrariamente succeduto nel ruolo di imam e, in questa veste, predicava sermoni fortemente estremi e anti-occidentali".
Dopo i recenti attentati a Nizza e a Monaco Di Baviera l'allerta terrorismo rimane alta, come anche le misure di sicurezza. Secondo quanto dichiarato da Giacomo Stucchi, il presidente del Copasir (Comitato Parlamentare di Controllo per i Servizi di Informazione e Sicurezza e per il Segreto di Stato) si sono innalzati i livelli di controllo “su luoghi diversi dagli hard target, comprendendo ora siti che prima non erano inseriti nella lista. Sono tanti i soggetti che controllano non solo i luoghi di aggregazione classici, come le moschee e i centri culturali islamici, ma anche bar, kebab, e quei posti dove ci si incontra e si può parlare di eventuali piani terroristici”.