Può sembrare impossibile invece è tutto vero. Sono arrivate ad Amatrice le prime casette in legnodonate da associazioni e volontari ma risultano abusive e rischiano di essere abbattute. Secondo le norme del piano regolatore infatti si possono utilizzare solo strutture con ruote, quindi mobili, tipo roulotte o camper. E' necessaria un'ordinanza del sindaco per chiedere una deroga per risolvere il problema.

Pochi giorni fa è stata consegnata la prima casetta dall'associazioneLa Via del Sale Onlus ad un allevatore di Amatrice, il sig. Antonio Guerrini, che vive in una tenda nei boschi continuando il suo lavoro.

Il giorno successivo un tecnico del comune ha ordinato lo sgombero, nonostante il terreno sia di proprietà dell'allevatore.

Rischierebbero la stessa sorte le 18 casette messe a disposizione dall'ANAS, mentre per i bagni chimici c'è la necessità di trovare una ditta che si occupi dello spurgo quotidiano.

Tra gli sfollati delle zone terremotate che oggi vivono in tenda ci sono persone che hanno rifiutato qualsiasi sistemazione, rischiando una polmonite pur di non allontanarsi dalla loro terra. Non è stata trovata ancora nessuna soluzione per evitare che il freddo e le piogge invernali rendano tutto ancora più difficile.

Sono vuote molte delle strutture alberghiere nei pressi delle zone terremotate ma non c'è disponibilità da parte degli albergatori che preferiscono attendere tempi migliori e non accettare un contratto con lo stato.

La somma stabilita per chi decide di ospitare gli sfollati è di 35 euro a persona ma uno di questo, in forma anonima, ha fatto saperein un'intervista a Anconatoday che non si fida del sistema. I tempi di pagamento dovrebbero essere 40 giorni ma nessuno ha fiducia in questo, inoltre per ottenere i pagamenti bisognerà presentare documentazione e emettere fatture, quindi pagare anche le tasse.

Sembra strana questa presa di posizione da parte di chi ha vissuto in prima persona la catastrofe del Terremoto e dovrebbe fare qualsiasi cosa per aiutare i compaesani, eppure è così.

Nonostante la protezione civile e i volontari abbiano fatto un buon lavoro per sistemare le cose più urgenti, ci sono zone dove manca ancora l'energia elettrica e famiglie che hanno chiesto di allacciare un cavo alla centralina del borgo ma non è stato concesso.

Il presidente del consiglio Renzi ha promesso una ricostruzione veloce e tutti ce lo auguriamo, ma i lavori non possono essere svolti dall'edilizia locale con conseguente impiego di operai del posto, occorrono ditte molto più grandi e strutturate.