La città di Bari è un caso eccezionalmente ricco diramificazioni nepotistiche nelle Università, con famiglie che in una stessa facoltà sono arrivate a contare fino ad 8 esponenti. Alcuni tristi vicende giudiziarie - tristi perché non si è arrivati né ad un verdetto di assoluzione né ad uno di condanna – hanno riempito le pagine in tempi recenti.

Alcuni casi noti

Come nel caso della perquisizione dei carabinieri presso il Policlinico della città di qualche tempo fa, in cui fu scoperto nella scrivania di un docente uno schema con 16 concorsi per professore ordinario o associato banditi da 10 atenei lungo tutto lo Stivale con relativo nome del vincitore e del vate che lo promuoveva.

Nel tratto dal 2007, anno in cui è partita l’inchiesta, al 2016 e nello specifico a qualche settimana, fa tutto viene perso: prescrizione per decadimento dei tempi utili al procedimento, con delle ipotesi di reato su cui è impossibile ormai pronunciarsi e con gli individui fortemente sospettati di raccomandazione ancorati alle loro cattedre. O ancora nel 2004, sempre nel Capoluogo della Regione Puglia, un enorme scandalo nel ramo di Cardiologia, indagini puntuali, un’ondata di arresti e, di nuovo, in questo caso dopo 12 anni, nemmeno un primo grado di giudizio all’attivo e termine di prescrizione decorso per i vari imputati.

Un sistema di favoritismi, al di là di Bari, esteso in vario modo su tutto il territorio del Paese che qualche anno fa è stato oggetto di studio da parte di unnostro connazionale che ha deciso di spostarsi negli Stati Uniti, Stefano Allesina, docente di Ecologia ed Evoluzione presso la University of Chicago Medical Center che recentemente, proprio in occasione di alcuni “fallimenti” notevoli degli itinera giudiziari e delle accuse del Presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, è stato telefonicamente raggiunto dall’agenzia Adnkronos.

La ricerca

La ricerca del 2011 si è concentrata sull’analisi della frequenza dei cognomi all’interno degli istituti universitari italiani, e ha rivelato una diffusione di alcune particolari voci tale da denotare, a detta di Allesina, un nepotismo diffuso e capillare nell’ambito di cattedre, dottorati e vari ruoli didattici e dirigenziali.

Confrontando i dati di oltre 61.000 docenti in 91 atenei, in relazione alla facoltà e alla disciplina specifica di riferimento, il risultato emerso discorderebbe con un’equa e obiettiva attribuzione degli incarichi: dai circa 27.000 cognomi comparsi almeno una volta, l’applicazione di un milione di test casuali nel database ha riscontrato un’accentuata distanza dalla casistica nella vita comune, esterna al mondo accademico, e il manifestarsi di nuclei di concentrazione di nominativi che corrisponderebbero ai cosiddetti “cognomi spia” del sistema parentopoli.

Ripetendo il calcolo su 28 aree didattiche, lo studio ha evidenziato un tipo di frequenza maggiormente sospetta nei percorsi di ingegneria industriale, diritto, medicina, geografia e pedagogia; distribuzione più vicina alla casualità del quotidiano per linguistica, demografia e psicologia. A livello geografico,una mappatura delle ripetizioni nelle stesse aree accademiche ha riscontrato una condizione crescente procedendo da Nord verso Sud, con dei valori particolarmente elevati nell’area siciliana.

«In cinque anni poco è cambiato. Il clamore degli ultimi giorni porterà a discutere su una maggior rigidità delle norme, ma è una situazione che potrà cambiare solo sulla base di un intervento radicale: dare fondamentale rilievo alla produttività degli atenei italiani – ha commentato il Dottor Stefano Allesina ad Adnkronos Salute – in America c’è una divisione tra istituti a vocazione prevalentemente didattica e istituti concentrati sulla ricerca.

Per quanto riguarda la University of Chicago la retta è di 60.000 euro l’anno, ma si può godere di un’offerta formativa di prim’ordine a seguito di una scrematura già in partenza di circa uno studente accettato ogni 16 facenti domanda»