È una situazione molto difficile quella in cui si sono cacciati Onu e Stati Uniti a seguito del bombardamento in Siria che ha favorito l’Isis: dopo le bombe, stanno piovendo anche parole altrettanto ambigue. Alle accuse che il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon ha rivolto al presidente della Siria Bashar al-Assad, ha risposto il ministro degli esteri siriano Walid Muallem.

La Siria contro le parole Onu

“Tanti gruppi hanno ucciso molti civili in Siria, ma nessuno ne ha uccisi di più del governo siriano, che continua a bombardare quartieri e torturare migliaia di detenuti”: è stato l'attacco ad Assad, in apertura dell’ultima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Poi, è arrivato l’appello del segretario generale a “tutti quelli che hanno influenza a fermare i combattimenti e dare inizio ai negoziati. La transizione politica è attesa da tempo, dopo così tanta violenza, il futuro della Siria non può rimanere nel destino di un solo uomo”. Alle crisi – secondo Ban Ki Moon – non ci sarebbero soluzioni militari.

Ministro Esteri: "Siria ha diritto ad autodifesa"

Così il ministro siriano ha risposto che la Repubblica araba della Siria provvederà a sostenere il diritto del proprio popolo a determinare il proprio futuro in conformità con le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite, accusando come l’ultimo discorso di Ban Ki-moon, abbia seguito quelle delle nazioni dominanti.

In un comunicato ufficiale, il ministero degli Esteri ha poi accusato le Nazioni Unite di aver “deviato dal suo ruolo nella ricerca di soluzioni giuste per i problemi internazionali”. Muallem ha poi sottolineato come l’organismo internazionale non abbia ottenuto nulla in merito alla risoluzione di eventuali conflitti durante il mandato dell’attuale segretario generale.

Ribadendo che il popolo della Siria detiene il diritto di auto-determinazione, ha infine attaccato dicendo che “i siriani non hanno bisogno dei consigli di Ban Ki Moon”.

Per finire, è bene precisare che alla versione secondo cui a causare il bombardamento su Deir er Zozz che ha ammazzato almeno novanta soldati siriani sia avvenuto per sbaglio non ci ha creduto praticamente nessuno.

Un bombardamento sospetto

In primis monsignor George Abou Khazen, vescovo di Aleppo per i cattolici di rito latino: “Di certo, qui nessuno crede che la strage di militari provocata dal bombardamento USA su una caserma sia stata un errore” ha raccontato all’agenzia Fides.

Non solo: “Quel raid aereo, sembra confermare l’ambiguità delle scelte Usa in Siria e anche i sospetti di chi dice che gli americani abbiano creato l’Isis e lo stanno utilizzando. Quella caserma non era lì da ieri: con tutte le ‘armi intelligenti’ che hanno a disposizione quel raid aereo non può essere stato un incidente”.