I regolamenti condominiali non possono proibire di possedere animali domestici agli inquilini. E' quanto ribadisce il Tribunale Civile di Cagliari con una recente sentenza con la quale i magistrati hanno sottolineatocome eventuali clausole anche contrattuali che proibiscono la detenzione di animali siano da considerarsi nulle. Sono gli effetti della legge220 del 2012 che ha riformato il diritto condominiale.

Animali in condominio: non possono essere proibiti

A distanza di quattro anni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di riforma del condominio, sono ancora molti i regolamenti adottati dai condomini, oppure i contratti che regolano le condizioni di affitto di un'abitazione, che proibiscono la detenzione di animali domestici: in alcuni casi solo cani e gatti, in altri casi anche altri tipi di animali da compagnia.

Ma in base alla riforma, queste proibizioni non sono più lecite, e sono pertanto da considerarsi nulle. Questo significa che non rispettare le restrizioni in questione non possa determinare una violazione del contrattoo del regolamento condominiale, in quanto questinon possono andare contro una legge dello stato.

Lasentenza delTribunale Civile di Cagliari

I giudici del capoluogo sardo hanno confermato in modo netto e chiaro che la legge 220 del 2012 che ha riformato il diritto condominiale prevede espressamente che i regolamenti non abbiano facoltà di imporre il divieto di possedere animali domestici, e tali divieti pertanto sono da considerare nulli, sia nel caso che siano stati stabiliti mediante un contratto che determinati da assemblea condominiale, ed indipendentemente dal fatto che questi siano stati stabiliti prima o dopo l'entrata in vigore della legge di riforma condominiale.

Secondo i giudici eventuali regolamenti che vietano il possesso di animali domestici sono da ritenersi in contrasto con le normative vigenti e persino "contrari ai principi di ordine pubblico". Gli animali pertanto possono usufruire degli spazi comuni condominiali, e precisa che un eventuale divieto può essere disposto solo nei casi stabiliti dalla legge, e non in via preventiva.