Inizialmente sembrava una bufala, uno scherzo di alcuni utenti di internet, fino a quando l’Ansa non ha dato la conferma: obbligo ai bambini orfani immigrati sbarcati a Cagliari dell’uso di un bagno separato dai compagni di classe.

Il fatto gravissimo

I bambini in questione, come già detto, sono stati affidati alle cure dei servizi sociali di Cagliari ed iscritti, dopo le necessarie visite mediche e con tanto di certificati Asl di buona salute, alla Scuola paritaria delle suore Mercedarie di Cagliari. Questo non è piaciuto ai genitori dei compagni di classe del bambino egiziano di nove anni e dell’etiope di dodici, i quali hanno protestato sin dal primo giorno di scuola e minacciato di portar via i propri figli da quell’istituto.

Le suore inizialmente non hanno ceduto alle insensate proteste, e ciò ha provocato la fuga di alcuni di questi con i propri figli. Così, dopo aver separato i servizi igienici in modo del tutto ‘precauzionale’, nonostante i certificati della Asl, si sono svolte alcune riunioni per chiarire meglio la situazione, e per spiegare le reali condizioni ottimali dei due rifugiati.

Come nascono le intolleranze?

Non avrebbero mai trovato una soluzione in tempi così brevi se non ci fossero stati gli interventi di numerosi psicologi, i quali hanno descritto l’accaduto come possibile causa di traumi per quei bambini che si sono visti allontanare dai propri simili per motivi a loro sconosciuti. Secondo i suddetti psicologi, effettuare una discriminazione simile in età in cui l’essere umano conosce il picco più alto della propria evoluzionecaratteriale, potrebbe lasciare “tracce indelebili, con pericolosi esiti nel corso della vita, soprattutto sul versante della maturazione affettiva e dell’intelligenza emotiva”.

Non è difficile notare che l’uomo non nasce razzista, non ha in sé l’istinto di isolare chi ha un colore di pelle diverso o chi parla un’altra lingua, ma sono gli adulti, figli di epoche di pregiudizi, ad inculcare nelle loro giovani menti degli schemi e dei diktat che non sono più in linea con il mondo di oggi. Quello che è successo a Cagliari, rinomata terra con un forte senso di ospitalità, è un’ignobile macchia che si spera non si presenti più nel nostro paese: la nostra cultura, la nostra civiltà ‘avanzata’, non può permettersi di ignorare chi ha realmente bisogno d’aiuto solo perché non ha la pelle come la nostra o non ha la nostra stessa cultura.