Nessun accordo per una nuova tregua, come previsto. A Losanna erano presenti tutti gli agenti esterni del conflitto siriano: i rappresentanti di Russia, Iran, Iraq ed Egitto che supportano il governo di Damasco; quelli di Stati Uniti, Arabia Saudita e Qatar che hanno sempre appoggiatoi ribelli ed anche due governi "ambigui", quelli di Turchia e Giordania. Ankara, infatti, ha sempre sostenuto le milizie anti-Assad, parte delle quali è stata addestrata proprio in territorio turco, ma recentemente ha ammorbidito la sua posizione avversa al presidente siriano e 'flirta' apertamente con la Russia di Putin pur essendo un partner NATO.

Il governo giordano ha dato il proprio assenso, almeno sulla carta, alla rivoluzione in Siria ma non ha mai fatto nulla di concreto contro le forze leali a Damasco. Direttamente o indirettamente, sono tutti Paesi coinvolti nel devastato scacchiere di un Paese che si appresta a compiere il sesto anno di guerra civile. Era inoltre presente Staffan De Mistura, il rappresentante delle Nazioni Unite per la Siria. Quattro ore di colloqui infruttuosi, preceduti da un faccia a faccia tra il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, ed il segretario di Stato americano, John Kerry.

Il clima teso tra le due superpotenze

C'è da chiedersi con quale stato d'animo Kerry e Lavrov si siano confrontati. I rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Russia sono ai minimi storici.

In proposito l'ambasciatore russo all'ONU, Vitaly Churkin, aveva dichiarato che "l'attuale tensione tra le due superpotenze è la peggiore dal 1973 ad oggi". Allora, infatti, le nebbie tra Stati Uniti ed URSS raggiunsero una densità paragonabile a quella della Crisi di Cuba del 1962, quando in Medio Oriente si combatteva un'altra guerra tra Israele, che aveva il sostegno politico e militare di Washington, ed una coalizione araba composta da Egitto e Siria, con il supporto di Mosca.

Si tratta del conflitto passato alla storia come la Guerra del Kippur, era anche allora ottobre così come a Cuba nel '62, così come oggi. Un mese 'caldo' per tradizione. Non possiamo sapere cosa Kerry e Lavrov si siano detti ma riteniamo impossibile che la discussione non abbia toccato i punti più delicati che, recentemente, hanno reso incandescente il dialogo tra i due Paesi.

'Idee interessanti'

Al termine del summit, Sergej Lavrov è stato intervistato dai media russi. "I contatti non si sono esauriti a Losanna - ha detto - ma proseguiranno nel prossimo futuro. Sono emerse alcune idee interessanti che potrebbero avere il loro impatto sulla situazione". Infine, ha sottolineato come tra i partecipanti alla riunione c'è "l'idea condivisa di avviare un processo politico in Siria". Il nodo da sciogliere riguarda ovviamente il futuro di Bashar al-Assad. Gli alleati di Damasco si sono sempre dichiarati disponibili a favorire una transizione politica in Siria che porti a nuove elezioni, a patto che vi possa partecipare anche l'attuale leader. Soluzione che, come noto, trova la ferrea opposzione della controparte.

Da parte della coalizione a guida USA, invece, sono partite accuse dirette nei confronti della dura campagna militare che Damasco e Mosca hanno intrapreso su Aleppo. Possiamo supporre che siano stati questi i "momenti difficili" ai quali ha fatto riferimento John Kerry al termine del vertice. Il segretario di Stato americano ha però aggiunto che c'è il consenso dei partecipanti "su varie possibilità che potrebbero portare al cessate il fuoco".

L'intesa Russia-Cina

Nel frattempo a Goa, in India, il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il suo omologo cinese Xi Jinping nel corso del vertice dei Paesi del BRICS. Lo ha reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. "I presidenti di Russia e Cina hanno tenuto uno scambio di opinioni sulla crisi siriana", è stata la dichiarazione ufficiale alla stampa. Peskov ha sottolineato l'assoluta condivisione di idee tra i due leader. Stati Uniti ed alleati sono, pertanto, avvisati.