Orribilmente seviziato e picchiato, il video choc pubblicato su Facebook. Morto poco dopo per le gravissime lesioni un cane di piccola taglia, di razza pincher, rubato e torturato perché della famiglia della sua ex. Il web insorge, si chiede una pena esemplare per un orrore indicibile contro un essere indifeso. Presidi sotto casa del responsabile, un ventisettenne di Pescia, in Toscana, che ha ben pensato di pubblicare la sua impresa su Facebook. Sono in corso numerose petizioni per poter chiedere una seria condanna contro questo orrendo crimine, purtroppo molto comune e spesso relegato a notizie di reato di piccola entità.

Occorre invece, come sostengono le Onlus per gli animali e le persone civili e di cuore, che la vita abbia il suo giusto valore, che sia essa di un uomo o di un animale.

Non pubblicheremo neppure un fotogramma dell'indicibile scempio compiuto da questo uomo già noto alle forze dell'ordine e ora denunciato a piede libero per uccisione di animale, in quanto non riteniamo opportuno aggiungere dolore al dolore. Una vergogna umana che si diffonde a macchia d'olio in rete, sconvolgendo le coscienze della civiltà moderna, con un occhio alla necessità di stabilire pene severe e certe per delinquenti di questo rango.

L'uomo avrebbe rubato il cane alla famiglia della sua ex, secondo alcune fonti di stampa locale, per poi dare sfogo alla sua disumanità contro il piccolo esserino indifeso, tra botte e torture che è già impensabile immaginare, figuriamoci poi praticarle, filmarle e mandarle online come se nulla fosse.

Il prode era probabilmente convinto che le sue gesta sarebbero state osannate. Qualcosa è andato storto: la sua mente malata non ha trovato terreno fertile e si sono aperte immediatamente le porte alla protesta nazionale attraverso la firma di una serie di petizioni online, alcune promosse da importanti associazioni animaliste italiane.

Sevizie inimmaginabili

Impossibile non rabbrividire anche solo a leggere le torture riservate alla bestiolina: sbattuto al muro più volte, preso per la coda, calpestato e picchiato selvaggiamente. Una penna nell'ano, poi conficcata in gola sino a impedire al cucciolo di abbaiare. G.F. insiste, sempre davanti alla telecamera ben posizionata per riprendere le orribili angherie.

Pubblica tutto su Facebook, viene subito riconosciuto e perseguitato da persone comuni sia sul social che sotto casa. Una pattuglia sta sorvegliando la sua abitazione, in seguito a un incendio che ha distrutto la sua auto e alle incessanti minacce di morte conseguenti al barbaro assassinio. Mobilitazione immane del mondo del volontariato e di cittadini che, indignati e inorriditi, chiedono a gran voce una pena tra le più severe per questo scempio.

La fuga e la cancellazione da Facebook

Pare che l'uomo sia scappato in gran segreto per rifugiarsi a casa di alcuni parenti, probabilmente in seguito all'aver preso coscienza, ammesso che ne abbia una, del clamore suscitato da quel maledetto video. Lo ha cancellato nel giro di poche ore, sufficienti comunque a farlo diventare virale e a farlo finire sul tavolo dei carabinieri.

LIV Toscana,LEAL Arezzo e FAE Italia Polo Giuridico sono alla guida di una task force per la sensibilizzazione e la condanna contro il maltrattamento sugli animali. Un caso così crudele non ha, forse sul web, precedenti. LIV Toscana ha già annunciato che si costituirà parte civile unitamente a tutte le Associazioni nel processo contro l'uomo.

Il filmato, risalente a circa un anno fa, che solo lunedì scorso è stato pubblicato online, e pare sia stato girato per un dispetto contro la ex fidanzata dell'autore. Un video che, visto dai proprietari del cane, ha scatenato rabbia e dolore per quanto il cucciolo ha dovuto sopportare, prima di morire in uno strazio che la legge dovrebbe punire senza alcun indugio o condono.