E' costato caro a un blogger russo filmarsi mentre si divertiva a giocare a Pokemon Go, videogame che sta furoreggiando in tutto il mondo, in una chiesa. Il 22enne Ruslan Sokolovski si trovava nella chiesa di Ekaterinburg e, nonostante la sacralità della location, non ha resistito alla voglia di giocare un po' al videogame Nintendo. Non solo. Ruslan ha deciso di filmarsi mentre giocava. Il gesto gli è costato l'arresto.
Il blogger cercava di catturare i 'mostriciattoli virtuali'
Il blogger russo è finito in manette lo scorso agosto ma solamente adesso la notizia è balzata agli onori delle cronache.
Sul web si può osservare il video che ritrae il giovane Ruslan che gioca nella chiesa di Ekaterinbug. Il 22enne è finito agli arresti domiciliari per violazione del diritto alla libertà di coscienza e di religione e istigazione all'odio. Il ragazzo, però, ha ricevuto un'amica in casa: un'altra azione 'leggera' che gli è costata la revoca della detenzione domiciliare. Quella visita, infatti, non era stata autorizzata dai magistrati. Il giovane russo adesso in carcere.
Nel filmato si nota Ruslan che cerca di catturare i 'mostri virtuali' con il suo cellulare nella chiesa russa. Dopo l'arresto, il 22enne ha affermato che non riesce a capire la ragione per cui il video sia un oltraggio alla religione.
In verità, quel filmato era una sorta di provocazione. In Russia sono in vigore leggi rigorose al riguardo. Una volta pubblicato su YouTube, il video girato da Sokolovski ha incassato oltre un milione di visualizzazioni. Ruslan adesso rischia di restarein carcere fino a 5 anni.
Episodio simile all'incursione delle Pussy Riot
La storia di Ruslan Sokolovski ricorda un po' quella delle Pussy Riot, un collettivo punk russo formato da ragazze. Dopo essere entrate nella Cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore, le ragazze iniziarono a recitare una 'preghiera punk' che attaccava duramente il presidente russo Vladimir Putin.
Le Pussy Riot vennero subito messe in carcere per 'atti di teppismo motivato da odio religioso e da ostilità'. La storia delle Pussy Riot ha fatto il giro del mondo. Dalla parte del collettivo punk femminista si sono schierate anche molte star internazionali, come Madonna e Sting.