Sharbat Bibi, l’icona della guerra afgana, che con i suoi magnetici occhi verdi aveva conquistato il mondo intero per la sua profondità e malinconia per la tragedia che stava vivendo, è stata arrestata il 26 ottobre con l’accusa di falsificazione di documenti.

La foto che la rese famosa

I suoi occhi vennero catturati nel 1984 dal fotografo Steve McCurry per la copertina del National Geographic, quando Sharbat aveva solo dodici anni. All’epoca dello scatto si trovava in uno dei campi profughi di Pesgawar, in cui si era rifugiata dopo essere scappata dal suo paese tormentato dalla guerra.I suoi occhi, quello sguardo malinconico e profondo, divenne il simbolo della guerra afgana, di quella guerra che la costrinse, bambina e studentessa, a lasciare il suo paese.

I suoi occhi divennero l’icona di un popolo dilaniato, di un popolo massacrato dalle guerre che sembrano non terminare mai. Una guerra che costringe quotidianamente milioni di povere persone a dover abbandonare le loro solite vite per cercare la tranquillità che ogni essere umano merita.

L’arresto di Sharbat Bibi

Trentadue anni dopo la foto scattata a Sharbat Bibi, che la rese famosa a livello mondiale (una fama di cui lei è all’oscuro) la, ormai donna e madre di tre figlie, torna sulla scena, ma stavolta a causa del suo arresto. È stata, infatti, fermata in Pakistan a causa della carta d’identità elettronica falsificata – il documento nazionale di identità computerizzato pachistano –, probabilmente ottenuto a pagamento e grazie al quale le era possibile muoversi liberamente, in quanto le leggi in Pakistan non permettono ai rifugiati afgani di, appunto, muoversi liberamente, acquistare proprietà o avere la possibilità di rimanere in paese senza tale documento d’identità.

Lo scorso anno era stata accusata del medesimo reato, ovvero che i suoi documenti e quelli dei suoi “presunti” figli erano stati annullati perché ritenuti falsi e ora, dal 26 ottobre, si trova in carcere rischiando dai sette ai quattordici anni di reclusione.