Che lavorare in Italia sia difficile, sia a causa della crisi economica che per la complicata burocrazia con cui bisogna lottare, questo è risaputo, ma la notizia che arriva dalle porte di Lucca,e che vede come protagonista il titolare di un noto Pub, lascia letteralmente a bocca aperta tutti quei commercianti che potrebbero incorrere in un errore nella dichiarazione dei redditi. Una distrazione si trasforma in pochi minuti in una vera e propria evasione fiscale. Per la somma di 95 euro mancanti, nei confronti delle casse dello Stato Italiano, il titolare della paninoteca riceve circa 6000 euro di multa.

Una multa che non aiuta il commercio

La storia, raccontata proprio dal titolare dell'attività commerciale, lascia stupiti gli addetti ai lavori e fa preoccupare chi, con non poco coraggio, si cimenta nel mondo del commercio. Le tasse vanno pagate e questo è risaputo, ma ritenere un ammanco di 95 euro circa unaevasione fiscale può sembrare a tutti, anche a quelli che non sono del settore, una batosta che potrebbe costare la chiusura dell'attività commerciale con il conseguente licenziamento di eventuali dipendenti.

Le tasse prima di tutto, questa è la parola d'ordine

La notizia è stata da poco riportata dalla testata La Nazione, ed a parlare è il titolare della Taverna di Poldo. In questa vicenda è protagonista la sede di Lucca e lo sfogo fatto dal titolare dell'attività rivela un retroscena alquanto preoccupante.

Una volta incassata la maxi multa da parte della Direzione Territoriale per il Lavoro, il titolare ha poi deciso di contestare la contravvenzione ed in attesa di una risposta positiva, sono invece arrivati altri due accertamenti. Il primo, fatto ad ora di pranzo in pieno orario di lavoro e con il negozio gremito di clienti, creando ovviamente un danno all'attività che ha dovuto rallentare il lavoro, il secondo invece, alle 2 di notte circa, e che ha portato alla sospensione dell'attività poichè i funzionari intervenuti non erano stati in grado di verificare la posizione contributiva di alcuni dipendenti. La sospensione, dovuta dalla mancanza di credenziali per la verifica, e non per l'effettivo lavoro in nero di quest'ultimi che risultavano poi regolarmente inquadrati.