Roberta Mamusa, madre di Manuel Piredda, sporgerà regolare denuncia alla polizia postale. Lo ha annnunciato pubblicamente su Facebook, dopo aver riscontrato alcune anomalie sul social network. La Mamusa non è l'unica ad essersi accorta che "non sta succedendo niente di positivo": numerosi utenti registrati su un gruppo "chiuso", dedicato a Manuel, hanno ricevuto una notifica che ha destato molti sospetti nella famiglia Piredda e in quanti sostengono l'innocenza del giovane. Intanto c'è grande attesa per l'esito dell'istanza di riapertura del caso, presentata dai Piredda nell'ottobre scorso, che potrebbe rappresentare un nuovo punto di partenza per fugare definitivamente i sospetti della famiglia del ragazzo.
I Piredda sono pronti anche a vedere riconfermata la verità giudiziaria emersa sinora, che vede Valentina Pitzalis come unica vittima sopravvissuta di quella notte dell'aprile 2011. Proposito che, però, è vincolato a una riapertura delle indagini affinchè le stesse vengano condotte, secondo Roberta Mamusa, col massimo scrupolo e senza pregiudizio.
Il post datato 11 novembre 2016
Roberta Mamusa ha esposto pubblicamente i suoi dubbi: un post, apparso in data 11 novembre 2016 su una pagina Facebook gestita da un noto giornalista, contiene un commento in difesa di Manuel. Titolare di quelle righe è il profilo della Mamusa. Lo sconcerto è grande: Roberta, chiarisce sulla sua pagina, non ha mai scritto quel commento.
Qualcosa non va e la donna inizia ad avere il sospetto che il suo account sia stato violato. Chiunque sia nascosto dietro questa violazione sarà comunque identificato dalla polizia postale, a cui la stessa Mamusa si è rivolta per fare chiarezza su questo episodio. "Alcune persone, che si erano inizialmente dimostrate solidali con la nostra famiglia, avevano le mie credenziali di accesso a Facebook che avevo concesso proprio in virtù della loro apparente buona fede.
Sporgerò regolare denuncia, è gravissimo che abbiano violato il mio account per scrivere al mio posto. Nonostante sia un commento in difesa di Manuel, sono molto preoccupata perché potrebbero scrivere qualunque cosa a mio nome".
Una misteriosa notifica
In pochissimi minuti, i dubbi espressi da Roberta Mamusa hanno coinvolto tantissimi utenti, membri del gruppo "Verità e giustizia per Manuel".
Tanti di loro, nella serata del 16 novembre scorso, hanno ricevuto una misteriosa notifica su Facebook e hanno immediatamente segnalato questa cosa sulla pagina ufficiale: qualcuno ha modificato lo status di un gruppo da "chiuso" a "segreto", rendendolo così invisibile anche ai suoi membri. Sul caso di Manuel Piredda, infatti, era attiva una pagina (per cui è stata generata la strana notifica) in difesa del ragazzo, intitolata "Manuel Piredda avrai verità e giustizia", gestita inizialmente da più persone, compresi i genitori del giovane.
In seguito, Roberta Mamusa e Giuseppe Piredda hanno provveduto alla gestione autonoma della pagina, sino a cessare ogni attività ormai da tempo. Cosa c'è di strano?
La notifica ricevuta da alcuni utenti della pagina "Verità e giustizia per Manuel" e relativa a quel gruppo ormai inattivo di cui facevano parte, avrebbe una sola firma, secondo quanto riportato dalla Mamusa e da coloro che l'hanno vista per qualche secondo nel proprio profilo. Un fatto che rivelerebbe, secondo i Piredda, l'intento di inquinare i buoni propositi della richiesta di riapertura del caso.
Saranno i risultati delle indagini della polizia postale a chiarire i movimenti sui vari account segnalati e le relative responsabilità.