A distanza di poco meno di un mese dalla marcia a bordo di trattore, Nando Amoruso non demorde. Durante la giornata di martedì 8 novembre si è presentato a Palazzo Campanella, sede della Regione Calabria, e questa volta si è "ingabbiato" nel prato antistante, proprio di fianco ad un albero di ulivo dove l'attivista si incatenò più volte in passato.
Il Rambo della 106
Il "Rambo della 106" da dunque il via ad una nuova protesta: questa volta ha intenzione di portare avanti uno sciopero della fame e di dormire all'aperto, finché il Presidente della Regione, Mario Oliverio, non gli concederà un incontro.
Il grido di Nando è sempre lo stesso: la Strada Statale 106.
L'uomo infatti non è nuovo a certe proteste. Da decenni protesta per la condizione della SS106, e accusa i politici locali di essersi completamente dimenticati dell'infrastruttura. Chiede a gran voce l'istituzione di tavoli tecnici, ma sopratutto l'ammodernamento della strada, che, nelle attuali condizioni, risulterebbe come causa principale di molti incidenti e decessi.
Fondatore dell'associazione V.I.T.A. (Viabilità, Infrastrutture, Trasporti e Ambiente), da diversi decenni si interessa attivamente agli sviluppi sulla SS106/E90. La strada statale, conosciuta in tutta la regione come la "strada della morte", necessita da tempo di interventi di manutenzione e messa in sicurezza.
A gestire l'assegnazione e l'avanzamento dei lavori è l'ANAS, che stanzia fondi per la realizzazione e cerca investimenti per finanziare nuovi progetti. La variabile per l'ammodernamento della strada esiste infatti da diversi anni, mentre i fondi vengono puntualmente sbloccati e poi bloccati, di anno in anno.
Questa situazione è spesso denunciata da numerose associazioni locali, che parlano di una disparità di trattamento.
E' lo stesso Amoruso a ricordare, con uno dei suoi numerosi cartelli, che le opere di ammodernamento della SS106 sono attese da circa 40 anni.
Dopo aver trascorso la prima notte all'aperto (con una condizione metereologica non proprio favorevole), Nando ha fatto un primo appello ai sindaci che hanno partecipato alla marcia di Ottobre, chiedendogli di unirsi a lui nella protesta. Per adesso nessuna figura istituzionale si è unita.