Il quarto d’ora di celebrità è un abbaglio. L’adagio, divenuto celebre e sempre in voga in una società che vede nella fama poco sudata un mantra, descrive con triste crudezza la sorte capitata a cranio. Stiamo parlando di Vittorio Bos Andrei, in arte Cranio Randagio. Il rapper divenuto famoso per la partecipazione a X Factor, scoperto e lanciato da Mika, è stato ritrovato morto a seguito di una festa alla quale aveva partecipato tra venerdì e sabato. Il corpo è stato ritrovato in un appartamento in via Anneo Lucano, nel quartiere residenziale della Balduina, Roma.

Secondo i primi resoconti, il ragazzo era rimasto a dormire nell’appartamento e improvvisamente avrebbe accusato un malore. Inutile l’intervento del 118. Il mix di droghe e alcool sarebbe stato letale, ma ora la parola passa ai medici a cui è stata affidata l’autopsia. Un quarto d’ora di celebrità era arrivato per Cranio, difatti lo stesso Mika era stato il primo a scommettere su di lui. Proprio l’istrionico artista ha espresso il proprio cordoglio sui social: “Una vita finita troppo presto. Ricorderemo la sua grande voglia di fare musica e condividere quello che sentiva”.

Una vita spenta prima di prendere il volo, dunque. Questo volo stava per essere spiccato da Cranio che era in procinto di pubblicare il primo album dopo aver avuto feedback positivi su youtube e facebook.

Una vita passata tra musica, dolori e viaggi. La sua vita divisa era tra Roma Milano per cantare “Mamma Roma addio”, così come era diventato di casa il dolore per la morte del padre trasformato in voglia di farcela, voglia di riscatto, tramite l’unica passione: la musica. Una passione che nel tentativo di spiccare quel volo lo ha portato alla morte: sono di ieri le dichiarazioni della madre secondo la quale quel party non era un solito party, quelle persone non erano i soliti amici, ma coloro con cui stava portando avanti il progetto musicale.

Un progetto che lo ha spinto troppo oltre e il quarto d’ora di celebrità si è spento troppo presto. Ciò che resta è il dolore di fan e amici, che in una lettera così lo salutano: ”A te sarebbe bastato portare il tuo sorriso contagioso e la tua irrefrenabile voglia di cantare la vita in versi: ne sarebbe uscita una serata perfetta”.