La sconvolgente scia di sangue di cui si sarebbe macchiata una coppia di amanti che lavorava nell’Ospedale di Saronno è un episodio degno di un romanzo a tinte noir e che ha coinvolto, oltre ai due individui, 15 tra medici e dirigenti della struttura dove prestavano servizio.
A seguito dell’indagine condotta dal nucleo operativo dei carabinieri di Saronno, la coppia è stata trasferita in carcere con l’accusa di omicidio volontario e sono al vaglio degli inquirenti le azioni condotte dagli altri indagati in merito al caso.
Tra le vittime il marito della donna
Leonardo Cazzaniga, 60 anni medico anestesista del nosocomio di Saronno, aveva da tempo una relazione con l’infermiera Laura Taroni.
Le vittime degli amanti killer sono 4 anziani ricoverati nell’ospedale cui sarebbero stati somministrati volontariamente dosi letali di clorpromazina, midazolam, morfina, propofol e promazina, per via endovenosa e ripetutamente tra il 18 febbraio e il 30 aprile del 2012 e tra il 5 febbraio e il 9 aprile 2013.
Ma quello che è più sconvolgente è che, a subire quello che il Cazzaniga chiamava il suo personale protocollo per malati terminali, fu anche il marito dell’amante Laura Taroni, curato per un lungo periodo con una serie di farmaci inadatti alle sue reali condizioni di salute, tanto da indebolirne le difese immunitarie e portarlo alla morte.
Una squadra della morte, quella dei due amanti, che non si sarebbe fermata nemmeno davanti agli affetti familiari.
Nomi illustri tra gli indagati
A finire nella girandola omicida, stando alle indagini del nucleo operativo dei carabinieri di Saronno, ci sarebbero addirittura il direttore sanitario dell’ospedale e il direttore del reparto operativo del pronto soccorso, accusati entrambi di omissione di denuncia e di favoreggiamento nel corso della Commissione Interna del 2013, istituita per la valutazione della morte dei 4 anziani.
Secondo i sospetti, entrambi i funzionari medici avrebbero valutato personalmente i casi dei decessi, senza aprire alcuna indagine successiva.
Oltre al direttore dell’ospedale e a quello del reparto operativo, sono indagati altri membri della Commissione e lo stesso direttore dell’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio che istituì nel 2013 la commissione.
SuI responsabile Sitra aziendale, su un medico del Pronto Soccorso e su uno di un reparto specialistico peserebbe il reato di omissione di denuncia mentre per due medici del reparto operativo di Pronto Soccorso e un medico di un reparto specialistico è stato ipotizzato il falso ideologico nel corso dell’indagine circa l’omicidio del marito della donna.
Gli amanti killer avrebbero interrotto la scia di sangue nel maggio 2014, mese dopo il quale gli inquirenti hanno accertato non esserci più stato alcun caso di morte sospetta.