Muore il 10 novembre 2016 all’età di 82 anni uno dei più grandi artisti dei nostri tempi: Leonard Cohen, poeta e cantante, figlio di ebrei immigrati in Canada, nato nel 1934, spicca come poeta già all’età di 22 anni, quando la sua prima raccolta viene pubblicata nel 1956, con il titolo di Let Us Compare Mythologies. Da quel momento continua a scrivere poesie fino al 1967, quando pubblica il suo primo album come cantautore, Songs of Leonard Cohen.
Ironico e malinconico
I suoi brani, come pure le sue poesie, trattano argomenti che vanno dal sesso alla politica, la depressione e la religione; con uno stile malinconico e spesso ironico lo ha accompagnato per tutta la sua carriera di artista, un tema ricorrente nelle sue opere è la giustizia sociale.
Tutte le sue opere traevano ispirazione dalla sua vita e dalle sue esperienze personali (aveva sofferto di depressione ed era profondamente toccato dai problemi religiosi e politci).
Ultimamente aveva parlato dell’assegnazione del premio Nobel a Bob Dylan durante un evento organizzato al consolato canadese a Los Angeles e nel discorso aveva fatto alcuni accenni sulla morte, si era dichiarato non pronto a morire, e aveva espresso il desiderio di vivere almeno fino all'età di 120 anni.
Modello e maestro di stile
Nel corso della sua carriera, dal 1967 a oggi (l'ultimo disco è uscito poco tempo fa) ha pubblicato 14 album, tutti con la Columbia Records, che tra l’altro è la più antica etichetta statunitense ancora in attività.
Cohen si è dimostrato un fine cultore della lingua e della musica, musicando le sue parole, cantate con la sua inconfondibile voce, che nel tempo è cambiata diventando sempre più profonda e calda, e sempre più piacevole.
Tra gli innumerevoli successi sicuramente possiamo annoverare Hallelujah, oggetto di tantissime cover, più famosa quella di Jeff Buckley che ha contribuito a rendere l’opera ancora più celebre
Nonostante l'età l'artista era ancora in piena attività, la sua agenda comprendeva ancora concerti e date per tutto il 2017 in tutto il mondo.