Potrebbe sfiorare il milione e mezzo di euro il “buco” lasciato – secondo le accuse degli inquirenti – da Elena Altobelli. L’ex direttrice cagliaritana 49enne delle Poste di Luogosanto che, giovedì mattina, è stata arrestata nella sua abitazione di Cagliari dopo un blitz coordinato tra le forze dell’ordine su richiesta del gip di Tempio, Vincenzo Cristiano. Per la donna, che è accusata di peculato (si sarebbe intascata i risparmi di numerosi clienti), sono scattati gli arresti domiciliari chiesti dal pubblico ministero che segue tutta l’inchiesta, Roberto Guido.

E proprio giovedì una vera e propria squadra composta dai Carabinieri della Compagnia di Tempio, della stazione di Luogosanto e da Polizia e Guardia di Finanza, ha messo a soqquadro l’appartamento in cui vive la donna.

Secondo le prime indiscrezioni filtrate sarebbero tanti gli elementi trovati dagli inquirenti durante gli approfonditi controlli che hanno portato utili elementi preziosi alle indagini e anche numerose conferme.

Indagini rapide e certosine

La curiosa vicenda che ha visto implicata Elena Altobelli, la ex direttrice oggi ai domiciliari delle Poste di Luogosanto, risale al lontano 2002, 14 anni fa. Secondo le accuse formulate dalla Procura la donna avrebbe effettuato decine di operazioni sospette su numerosi buoni fruttiferi postali intestati a clienti della Posta che si fidavano ciecamente di lei.

Nelle carte si legge che Elena Altobelli utilizzava un metodo semplicissimo: quando infatti il buono fruttifero stava per scadere – secondo il pubblico ministero Roberta Guido – l’ex direttrice cagliaritana avvisava il legittimo proprietario e assicurava che al rinnovo avrebbe pensato lei senza nessun problema.

Peccato però che – almeno secondo l’accusa – dopo aver effettuato tutta la procedura ufficiale i buoni fruttiferi non solo non venivano rinnovati ma i soldi in tanti casi sparivano, ricomparivano, diminuivano fino a scomparire nel nulla.

Secondo gli inquirenti sarebbero almeno un centinaio i clienti che si son fidati della donna e sarebbero stati alleggeriti, nel totale, di almeno un milione e mezzo di euro.

Strane donazioni

Le indagini delle Forze dell’Ordine sono nate dopo le numerose denunce presentate dai clienti delle Poste di Luogosanto e arrivate nelle scrivanie di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.

Sono tanti gli ammanchi contestati dalla Procura alla donna che è anche accusata di aver utilizzato quei soldi per donazioni ad enti religiosi e parrocchie: si parla di migliaia e migliaia di euro. Le indagini sono ancora comunque in corso. Potrebbero esserci ulteriori sviluppi.