Che la ndrangheta fosse riuscita ad allungare le sue propaggini fino ad un continente così lontano (quasi un altro mondo) come l'australia era cosa nota già da tempo; un processo di colonizzazione piuttosto lento rispetto, ad esempio, a quello analogo instauratosi in Canada e negli Usa, ma non per questo meno insidioso e soprattutto violento.

Grazie all'omertà, alla corruzione e ad una costante sottovalutazione del fenomeno protrattasi fino in tempi recentissimi, la ndrangheta ha messo le radici nel continente australiano negli anni Venti per poi crescere gradualmente e diventare potentissima e temuta già negli anni Settanta.

E oggi, ogni tanto, escono fuori news di omicidi eccellenti, guerre tra bande e traffico di droga, del quale la criminalità calabrese, inutile dirlo, è una delle punte di diamante in Australia.

Narcotraffico oppure sgarro?

In una guerra tra bande potrebbe inserirsi l'omicidio di Pasquale Barbaro, 35enne di origini calabresi, ucciso a colpi di pistola a Sydney mentre stava uscendo, secondo fonti di polizia, dalla casa di un altro associato alla ndrangheta.

Ad ucciderlo sarebbero stati due uomini incappucciati dileguatisi subito dopo. Tra le ipotesi, gli inquirenti valutano un regolamento di conti per il traffico della droga. Barbaro era infatti in libertà su cauzione in attesa di comparire a dicembre ad un processo, presso la Corte Distrettuale di Sydney, in cui era imputato per produzione e commercio di droga, reato per cui rischiava una condanna a 20 anni di reclusione; inoltre, il giorno dopo la sua morte, in un altro processo per omicidio a Sydney sarebbe stata ascoltata un'intercettazione in cui proprio Barbaro stava parlando con il capo dei "Brothers of Life", una temibile banda di origini libanesi.

Quella di Barbaro, che proprio un anno fa era scampato ad un altro agguato, è comunque una famiglia ben inserita nel panorama criminale di Sydney: il nonno, suo omonimo, fu ucciso in un'esecuzione nel 1990, mentre lo zio, anche lui di nome Pasquale, sta scontando 30 anni di carcere per aver importato da Napoli all'Australia ben 4 tonnellate di ecstasy, un episodio che viene ricordato come il più grande tentativo di importare uno spropositato quantitativo delle famigerate pasticche sul suolo australiano.

Inoltre, un cugino di Barbaro fu ucciso a Melbourne nel 2003. Secondo il giornalista Keith Moor, che da anni si occupa delle infiltrazioni della criminalità calabrese in Australia, Barbaro potrebbe anche essere stato ucciso per uno sgarro; sembra infatti che da tempo fosse diventato un informatore della polizia, quindi sarebbe stato ucciso per aver violato il codice di omertà, come peraltro il suo stesso nonno ammazzato nel 1990.