Andrey Karlov, ambasciatore russo in Turchia, è stato ucciso in un attentato avvenuto ad Ankara. Il diplomatico era in visita ad una mostra fotografica nel momento in cui è stato avvicinato da un uomo che ha aperto il fuoco. Le sue condizioni sono apparse subito molto gravi: trasportato d'urgenza in ospedale è deceduto poco dopo, inutili i tentativi di salvargli la vita. Il killer è stato a sua volta ucciso dall'intervento delle forze di sicurezza turche.

Una conseguenza delle operazioni militari in Siria?

L'attentatore, nel momento in cui ha iniziato a sparare, avrebbe gridato "vendetta per Aleppo", aggiungendo poi "questo è il conto per la Siria".

Il probabile movente dell'omicidio, infatti, sarebbe di natura politica. Aleppo, come noto, è ormai praticamente sotto il controllo dell'esercito regolare siriano dopo quattro anni di assedio e mesi di violentissimi combattimenti nella parte orientale della città tra le forze governative ed i ribelli asserragliati tra le rovine. L'intervento militare russo a sostegno del governo di Bashar al-Assad è stato decisivo per la resa, praticamente definitiva almeno ad Aleppo, dell'opposizione composta in gran parte da miliziani ex qaedisti. La pista dell'integralismo islamista è quella più battuta, in questo momento, in merito all'assassinio del diplomatico. Il portavoce del ministero degli esteri di Mosca, Maria Zakharova, dopo aver dato conferma dell'attentato ha riferito che Andrey Karlov si trovava in visita alla mostra fotografica "La Russia vista dai Turchi", dove era previsto anche un suo intervento.

Il killer ha agito nel momento in cui Karlov stava parlando. "Il presidente Vladimir Putin è stato informato", ha riferito il portavoce del governo di Mosca, Dmtri Peskov.

Summit a Mosca

L'attentato ha dunque preceduto di un giorno il summit in programma domani a Mosca tra i ministri degli esteri di Russia, Turchia ed Iran, per discutere della situazione di Aleppo.

L'evacuazione dalla città, disposta dal governo di Damasco con il supporto logistico del comando militare russo sta proseguendo. Nelle ultime ore, secondo quanto riferito dall'agenzia Ria Novosti, un convoglio di 25 pullman ha trasportato complessivamente circa 2 mila persone fuori da Aleppo est. A bordo c'erano civili, tra cui molte donne e bambini, ma anche miliziani ribelli.

L'evacuazione della città, ha riferito una fonte militare siriana ai media russi, proseguirà secondo i piani. Domani Sergey Lavrov, Mohammad Javad Zarif e Mevlut Cavusolglu, responsabili della politica estera di Russia, Iran e Turchia, cercheranno pertanto un accordo comune che si muova in contemporanea alle corrispondenti risoluzioni da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Si tratta della prima volta che Mosca discute della questione siriana con interlocutori diversi dalla Casa Bianca e l'aver messo sullo stesso tavolo i rappresentanti di Iran e Turchia rappresenta già una grande vittoria diplomatica del Cremlino.