L'assedio è finito, gli ultimi ribelli hanno raggiunto l'accordo per un 'cessate il fuoco' con le truppe governative. La lunga ed estenuante guerra del governo di Bashar al-Assad per riunificare Aleppo, iniziata nel 2012, è dunque terminata. La città è nuovamente sotto il controllo di Damasco. La notizia, relativa all'evacuazione delle ultime sacche di resistenza dell'opposizione anti-Assad, è stata resa nota da Ahmed Berri, leader dell'Esercito Siriano Libero, ed è stata confermata da Vitaly Churkin, ambasciatore russo alle Nazioni Unite. Ma anche gli ultimi giorni di guerriglia per le strade di Aleppo sarebbero stati caratterizzati da violenze e brutalità, da una parte e dall'altra.
A farne le spese, purtroppo, è stata ancora una volta la popolazione civile.
Le accuse dell'Occidente, la risposta di Mosca
Con la tregua in atto, dovrebbe iniziare l'evacuazione dei civili rimasti nella parte orientale della città ma, come spesso accaduto in questi anni, le notizie giunte dalla Siria sono varie e controverse. Buona parte degli organi di stampa occidentali ha denunciato anche in queste ore le atrocità commesse dai militari siriani e dai miliziani Hezbollah loro alleati nei quartieri riconquistati, dove sarebbero state eseguite esecuzioni sommarie di civili. Al coro di accuse si è unito anche Jan Egeland, consigliere dell'inviato ONU per la Siria, che ha puntato l'indice su Mosca e Damasco.
Non si è fatta attendere la risposta del Cremlino. "Il signor Egeland non è in possesso di informazioni veritiere su Aleppo - ha detto Dmitri Peskov, portavoce di Vladimir Putin - altrimenti avrebbe parlato delle atrocità commesse dai terroristi. Questo significa che non conosce la realtà odierna di Aleppo e della Siria".
La guerra continua
L'intenzione di Assad e Putin era quella di prendere il controllo di Aleppo prima della fine dell'anno. L'obiettivo è stato centrato, purtroppo le stime di quanto sia costato il lungo e sanguionoso assedio in termine di vite umane è ancora incerto ma i numeri rischiano di essere assolutamente terrificanti.
La riconquista totale della città è sicuramente la vittoria militare più significativa per Damasco e si tratta di un colpo durissimo per i ribelli dal quale, difficilmente, potranno riprendersi. Tuttavia, la guerra civile siriana è tutt'altro che conclusa e con essa tutti gli altri conflitti collaterali accesi dal 2011 nel martoriato Stato arabo. L'opposizione ha perso Aleppo ma è ancora presente nella zona nord-occidentale del Paese (nell'area di Idlib, ndr) e nel sud. Al nord, al confine con la Turchia, c'è ancora la questione curda da risolvere, il cui progetto di creazione del Rojava (il Kurdistan siriano) è stato duramente contrastato dall'intervento dell'esercito turco. Senza dimenticare l'Isis che, oltre alla sua roccaforte di Raqqa, ha recentemente riconquistato Palmira.
Le ultime notizie danno i miliziani jihadisti tutt'altro che arroccati nella storica città ma protagonisti di una nuova avanzata verso un aeroporto militare dove le truppe siriane sarebbero nuovamente in estrema difficoltà. Per sostenerle, sarebbero giunte sul posto forze speciali russe. La presa di Aleppo, comunque, dovrebbe consentire ad Assad di inviare riforzi al proprio esercito nel tentativo di riconquistare Palmira.