La terrificante nottata che ha sconvolto il quartiere Collatino in Roma quel 4 marzo 2016 quando è stato brutalmente assassinato Luca Varani torna a far parlare di sé. Ora, rompendo il silenzio dopo nove mesi in carcere, Marco Prato formula nuove accuse nei confronti “dell'amico di merende” Manuel Foffo. Prato, accompagnato dal avvocato difensore Pasquale Bartolo, si confessa in un lunghissimo interrogatorio condotto dal Pubblico Ministero Francesco Scavo. Nel quale per cinque ore ha tentato di ricostruire i particolari di una morte assurda, figlia della follia che si potrebbe sprigionare durante un droga party.
"Io ero succube"
- “Non avevo le forze per fermare Foffo”- sbotta il Prato nel corso del primo interrogatorio davanti al pm svoltosi nel carcere di Regina Coeli. Il trentenne pr romano ha scaricato tutte le colpe su Manuel Foffo, che in preda a un raptus omicida avrebbe inferto svariate pugnalate e oltre un centinaio di martellate sul corpo inerme di Luca Varani. Marco Prato si dice abbattuto per aver invitato il Varani a quell'orgia dove nella fantasia perversa del Foffo si voleva simulare un macabro stupro con un prostituto-maschio. E nella quale, sempre con l'idea fissa di uccidere, l'amico Manuel avrebbe somministrato al malcapitato Luca il psicofarmaco Alcover (utilizzato per trattare la dipendenza dall'alcol) in aggiunta a un cocktail ad alta gradazione alcolica.
"Volevo salvare Luca Varani"
Secondo la lunga esposizione del Prato, la serata doveva andare molto diversamente, e che ci si apprestava soltanto all'ennesimo gioco erotico. Ma che l'odio dichiarato da Manuel Foffo nei confronti del Varani lo avrebbe accecato e condotto verso la follia, e che una volta compiuta la strage l'idea era portarlo nella zona del Circeo e sotterrarlo.
-”Amavo Foffo e non avevo le forze per contrastarlo”- prosegue Manuel in quello che appare un chiaro tentativo di mettere le mani avanti e aprire alle reciproche accuse in modo che il pm rimandi il tutto alle rispettive difese di un caso che si prospetta molto lungo e all'ultimo sangue.