La famiglia di un 74enne di Jesi (Ancona) non riesce a darsi pace. L'anziano si era recato al Pronto soccorso dell'ospedale alla vigilia di Natale perché aveva accusato un dolore forte alla gamba e al fianco. Una fitta che gli aveva anche impedito di parcheggiare bene la sua auto nei pressi di un centro commerciale. Una volta arrivato al Pronto soccorso, l'uomo è stato visitato dal personale sanitario, che gli ha assegnato un codice verde. Il 74enne Carlo Mosca, però, si è spazientito perché aveva 15 persone davanti e avrebbe dovuto attendere molto tempo.

E' tornato a casa e il giorno dopo è morto per un aneurisma.

Guardia medica aveva consigliato una radiografia al Pronto soccorso

Natale doloroso per i familiari di Carlo Mosca, un 74enne di Jesi che, inizialmente, aveva pensato di essere stato colpito dalla solita sciatica. Purtroppo neanche il Voltaren riuscì a lenire il dolore. L'anziano chiamò la guardia medica che, dopo la visita, notò una minuta massa addominale nelle vicinanze dell'ombelico. Secondo la guardia medica, il signor Mosca aveva un'ernia ombelicale. Era necessaria, tuttavia, una radiografia al Pronto soccorso per confermare la diagnosi. Una volta arrivato al Pronto soccorso, però, il 74enne si è trovato davanti a una fila interminabile: prima di lui c'erano 15 persone.

Sdegnato da tale situazione, il signor Mosca ha preferito tornare a casa. La decisione, però, gli è costata la vita. Il giorno dopo, infatti, è stato stroncato da un aneurisma.

Pronto soccorso: pessima situazione nelle Marche

L'episodio del 74enne di Jesi morto per un aneurisma fa riflettere sulla pessima situazione in cui versano gli ospedali marchigiani.

La vicenda luttuosa è avvenuta a Jesi ma sono affollatissimi anche i Pronto soccorso di altre città marchigiane, come Macerata e Fermo. Sembra che il signor Mosca fosse stato invitato dal personale sanitario a stendersi su una barella in attesa della visita. Peccato che dinanzi a lui c'erano altri 15 pazienti in attesa di una visita.

Probabilmente il 74enne avrebbe dovuto attendere molte ore prima di essere sottoposto a un'accurata diagnosi.

Purtroppo, nelle Marche, le vittime di questa situazione grottesca non sono solamente i pazienti ma anche gli infermieri e i medici oberati di lavoro. Il personale sanitario, insomma, non riesce a fronteggiare le svariate richieste d'aiuto.