Facciamo un po' di chiarezza sulla storia dell'ordinanza che ha vietato i fuochi e Roma e subito dopo è stata bloccata dal TAR. Il 22 dicembre 2016 veniva diffusa l’ordinanza che proibiva i botti e qualsivoglia diverso “materiale esplodente” a Roma; ordinanza voluta dalla prima cittadina romana. La ragione che aveva spinto la Raggi a produrre suddetto divieto era: «ogni anno l’uso dei botti provoca incidenti con danneggiamenti a cose e lesioni anche gravi a persone e animali». Nell’annuncio venivano racchiusi e vietati anche i materiali con distribuzione è “conforme alla legge”.

Infatti le polemiche e i ricorsi si non si sono fatti aspettare e il 28 dicembre ’16, l’ordinanza è stata fermata dal TAR del Lazio.

Associazioni e produttori: chiederemo i danni

E’ stato fatto un ricorso rapido dalle associazioni e dai produttori di materiale pirotecnico, botti e fuochi d’artificio, in particolare ANISP e ASSPI, al TAR del Lazio. Nobile Viviano, leader dell’ASSPI, ha informato la stampa che «in circostanze simili abbiamo mandato diffide ai sindaci di altre città, ma nel caso di Roma abbiamo deciso di presentare ricorso al TAR perché l’esito avrebbe avuto risonanza nazionale». Ovviamente il TAR del Lazio ha acconsentito alle obiezioni dei produttori, bloccando l’ordinanza, serbando di risolvere e pubblicare il verdetto entro il 25 gennaio prossimo; data alquanto lontana se si pensa che la notte di San Silvestro è alle porte.

Altro dirigente, questa volta dell’ANISP, si è così espresso: «Siamo pronti a chiedere anche un risarcimento per i danni che abbiamo subìto, perché l’atto della prima cittadina ha bloccato un mercato che viaggia tra i 2 e i 3 milioni di euro».

Perché è stata bocciata l’ordinanza della Raggi?

Inesattezze formali e sostanziali, tali sono stati la ragione della disapprovazione da parte del TAR per mettere in circolazione questo tipo di proibizione, la comunicazione deve essere trasmessa e approvata dalla Prefettura prima di essere trasmessa e resa ufficiale.

Ulteriormente, i sindaci non sono autorizzati a proibire in modo generale i fuochi artificiali, compresi quelli “consentiti dalla legge e che rispettano le normative europee.”

Tempi duri per la giunta Raggi

A Capodanno non ci sarà il consueto concerto, troppi oneri, costi e responsabilità. Si ripiega si artisti minori e si concede il Lungotevere come luogo per spettacoli ed esibizioni.

Ma gli artisti devono sacrificarsi e esibirsi gratuitamente. Tutto nella Capitale va a rotoli e si chiedono sacrifici sempre ai cittadini, ai malcapitati turisti, ai lavoratori e ai commercianti che magari aspettano una notte per sanare i debiti o iniziare l’anno con una marcia in più. La Raggi è in difficoltà, tra divisioni e scontri all’interno del suo team e con gli schieramenti delle opposizioni che le stanno con il fiato sul collo. La sindaca fa fatica a contrastare le inchieste che giudiziarie che gravano sulla sua giunta, per non parlare delle promesse disattese di un programma elettorale che non si realizza, il 2016 è un altro anno da dimenticare per Roma.