Sembra riservare nuovi agghiaccianti particolari la storia del medico anestesista Leonardo Cazzaniga e l'infermiera Laura Taroni: arrestati dai carabinieri con l'accusa di omicidio volontario, ora si apprende che sarebbero oltre 50 le cartelle cliniche sequestrate. I 2 operatori sanitari avevano una relazione clandestina, anche se nel loro ambiente professionale erano in parecchi a sapere o sospettare della loro liaison. Non solo amanti, ma anche spietati partner come assassini: nell'arco di diversi mesi, avrebbero procurato la morte di diverse persone, tra cui il marito della stessa donna.

I decessi sono tutti avvenuti nell'ospedale di saronno.

Sequestri dei carabinieri nell'ospedale di Saronno

Dopo gli arresti dell'anestesista e dell'infermiera, avvenuti martedì scorso, i carabinieri hanno provveduto al sequestro di oltre 50 cartelle cliniche presumibilmente collegate all'attività criminale della coppia. Dagli atti, inoltre, risulterebbe che nei piani dei due rientrasse anche l'uccisione di un cugino acquisito della donna. Non solo: nel mirino della coppia criminale era finito anche suo figlio di undici anni. Lo stesso bambino aveva avanzato la richiesta di assumere meno medicinale. Oltre a quelle pubblicate nei giorni scorsi, anche le nuove intercettazioni contenute nella richiesta di arresto dimostrano il grado di assurdità della vicenda.

I due, infatti, spingevano il bambino a prendere una pasticca e delle gocce: il piccolo, perplesso, chiedeva i motivi alla coppia. "Prima la pastiglia e poi le gocce", spiegava l'infermiera di Saronno, ma lui domandava il motivo per cui dovesse prendere anche le gocce. A quel punto Cazzaniga spiegava al bambino che ormai era assuefatto.

Così, la mattina seguente, il piccolo chiedeva alla madre di somministrargli meno gocce dal momento che non era in grado nemmeno di alzarsi dal letto.

Il ministro Lorenzin sulla storia di Saronno

Sulla vicenda della coppia killer di Saronno è intervenuta anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: "Sono sicura che la Procura della Repubblica farà luce sulle responsabilità, ma sarà anche compito della Regione capire se sarà il caso di procedere con ulteriori azioni verso la struttura ospedaliera.

E' inimmaginabile che possano accadere cose del genere dentro un ospedale". Il ministro ha inoltre fatto sapere di aver richiesto informazioni, sottolineando che il tipo di reato ipotizzato rientra più nelle funzioni della Procura dal momento che non si tratta di malasanità, ma ci si trova di fronte a un caso di cronaca nera.