E’ recentissima l’offerta proveniente dalla Cina per uno dei calciatori più pagati nella storia ed altrettanto lo è la spesa fatta per costruire il ponte più alto del mondo; C. Ronaldo e il Beijpanijang Bridge hanno un comune denominatore: 150 milioni di euro.
Mentre l’imponente infrastruttura che unisce le province del Guizhou e dello Yunnan ad un’altezza di 600m, è appena stata inaugurata, la proposta per l’acquisto del vincitore del pallone d’Oro non è andata a buon fine.
Perché? Amore per la propria squadra, per il Paese e per il calcio, che –come sottolina il procuratore jeorge Mendes- sono sufficienti a rifiutare uno stipendio annuo pari a sei volte tanto quello attuale.
Viene da chiedersi in quanti saranno in grado di opporsi all’ondata di denaro proveniente dalla nuova superpotenza asiatica. Il calcio sta diventando un terreno piuttosto fertile, ma in Italia chi ha ceduto all’oro colato?
La lista dei principali investimenti dalla Cina all’Italia
Solamente nel 2015 l’Associazione Italia Cina, in concomitanza con Coldiretti, ha stimato una crescita degli affari asiatici del 32%, un ammontare di 17 miliardi di euro investiti, 313 imprese partecipate e circa 17.600 dipendenti.
Le dieci aziende più coinvolte
Motoscafi Ferretti, leader nel settori degli yatch di lusso, è stata interamente rilevata nel 2012 dal gruppo Sig- Weichai per un costo di 374 milioni di euro.
Ansaldo Energia: realtà indiscutibile nella costruzione di centrali elettriche, ha ceduto il 40% della proprietà alla Shangai Electric; 400 milioni di euro.
Generali-Mediobanca: nel 2014 la People’s Bank of China, la banca centrale di Pechino, ha acquisito il 2,0001% del gruppo di Piazzetta Cuccia (110milioni di euro) eil 2,014% di Generali (460 milioni).
Telecom Italia-Prysmian-Fiat Chrysler: per un valore complessivo di 670 milioni di euro, anche qui c’è la firma della banca centrale cinese.
Inter -Internazionale FC: siglato dalla Suning Commerce Group, il rilevamento del 68,55% della società è costato ben 700 milioni di euro.
AC-Milan: un affare del valore di 740 milioni di euro quello realizzato dal gruppo leader nelle energie rinnovabili guidato da Sonny Wu.
Unicredit-Mps-Intesa San Paolo: l’investimento per una quota pari al 2% è stato di circa 2 miliardi di euro.
Eni-Enel: ancora la People’s Bank of China mette le mani su un pilastro dell’energia made in Italy; 2,1 miliardi di euro per le quote rispettivamente del 2,1% e 2,07%.
Terna Snam; l’acquisizione del 35% della società operante nella gestione della rete elettrica e del gas, è avvenuta nel 2014 da parte del grupo State Grid International, per un totale di 2,1 miliardi di euro.
Pirelli: la Chem-China ha effettuato l’investimento più clamoroso ed ingente acquisendo interamente l’aziende produttrice di pneumatice per una ammontare di 7,1 miliardi di euro.
Chi li fermerà più? Ci auguriamo il buon senso ed il dimenticato patriottismo.