Un campo da calcio nel quartiere Tamburi a Taranto, a pochi metri dall' Ilva. La grande Acciaieria come sfondo delle corse dei bambini, delle loro risate e della loro voglia di mettersi alla prova e riuscire. Una sottile polvere rosso-grigia ad attutire i passi, ad avvolgere nelle cadute, a soffocare durante le corse forsennate palla al piede con la porta come unico obbiettivo. Quella polvere l' hanno respirata tutti: bambini, genitori e allenatori. Le gare si ripetevano, nessuno faceva obiezioni: i gol, la vittoria venivano prima di tutto.

Il 17 Giugno del 2002 arriva la strana notizia, nel campo non si gioca più, è chiuso.

Mentre i ragazzi si affollano attorno alla recinzione, le mani incastrate nelle maglie, chiedendosi cosa avesse il loro campo, mormorando supposizioni e ipotesi, arrivano i camion a portar via la polvere, sollevandola per l' ultima volta sull' Ilva Football Club. Uno, due, tre mezzi, i camion sembrano non bastare, si scava fino a rimuovere quasi 655 tonnellate di polvere.

Il campo è chiuso, non si giocherà più lì

Quella stessa polvere verrà usata nel 2007 nella sentenza di condanna durante il processo contro i dirigenti dell' Ilva. La stessa polvere inalata a pieni polmoni da tutta la squadra sotto gli occhi silenti di medici, consulenti Asl, amministratori locali e politici.

Solo un allenatore si era insospettito, non sembrava naturale quella sottile polvere rosso-grigia, che avvolgeva i ragazzi e intasava il resipiro, soprattutto cosi vicino all' acciaieria, a soli pochi passi.

Ci sono voluti anni di forti lamentele e proteste affinché l'allora sindaco Rossana di Bella facesse controllare quella strana sottile polvere. Sappiamo adesso chi aveva ragione.

La Carbonara, Ripiano, Papalia, De Tuglio, Andrisani, Guarino, Catapano, Casile, D'Alo, De Gennaro, Capozza sono tutti morti di cancro. L' Ilva Football Club è stata uccisa "per gioco".

Per conoscere la storia completa consigliamo il libro "Ilva football club " di Fulvio Colucci e Lorenzo D'Alo. Una testimonianza da brividi.