La strage di Orlando, in cui quarantanove persone furono uccise e cinquantatre ferite in un locale gay ad opera di Omar Mid Seddique Mateen, non è un caso del tutto archiviato per l'FBI, che ha deciso di procedere all'arresto della moglie dell'assassino, Noor Salman.
Mateen, inizialmente creduto un omofobo esaltato ma conseguentemente, anche in base alle dichiarazioni da lui rilasciate al telefono con il 911, individuato come terrorista era stato descritto dalla prima moglie Sitora Yusify come un malato di mente e un violento.
Le accuse a carico di Noor Salman
La seconda moglie di Omar Mateen, Noor Salman, è stata fermata perché, secondo quanto comunicato, sarebbe stata a conoscenza del piano che il marito mise in atto il 12 giugno scorso. Secondo la polizia Noor Salman non avrebbe tentato in alcun modo di fermare le azioni del marito, ostacolando inoltre le indagini attraverso le dichiarazioni false rilasciate durante un'intervista al New York Times, avvenuta a novembre.
Le dichiarazioni
Rispondendo alle domande dell'intervistatore, la Salman avrebbe semplicemente dichiarato di non sapere nulla dei piani del marito; tuttavia, sono emersi alcuni particolari che hanno convinto la polizia ad arrestarla ad Oakland, nei pressi di San Francisco, località dove si era trasferita dopo la morte di Omar Mateen, ucciso durante la sparatoria dalle forze dell'ordine.
Non è dello stesso avviso il legale della donna che, al contrario, continua a sostenere la completa innocenza della sua assistita e la totale estraneità ai fatti.
Il procuratore generale degli Stati Uniti, Loretta Lynch, ha dichiarato che l'indagine non sarebbe stata chiusa finché non si sarebbero scoperti non solo tutti i particolari dell'avvenimento, ma anche tutte le persone coinvolte in maniera diretta o indiretta, ed è perseguendo questo intento che Salman è stata arrestata. Secondo alcune fonti sarebbe stata proprio lei a guidare il marito al locale gay Pulse, dichiarando in seguito di aver "tentato di dissuaderlo dal compiere la strage, senza successo".