Il delitto di Garlasco da quando è stato riaperto su richiesta della difesa di Alberto Stasi, è stato protagonista di un volo pindarico all'indietro, per rianalizzare i fatti fin dall'inizio. Da qui sono emerse molte lacune e anche incredibili errori, che alla fine si è evinto quanto abbiano condizionato inevitabilmente il normale svolgimento delle indagini, precludendo una verità assoluta e senza ombra di dubbio.

Erano rimaste tre possibili strade per poter capire se esistessero i presupposti per un colpo di scena: Il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi, le foto che immortalavano i graffi sulle braccia di Alberto Stasi, e i capelli lunghi e castani trovati sulla scena del crimine.

Questi di certo non potevano appartenere ad Alberto, in quanto li ha sempre portati corti. Inoltre il suo colore è biondo e non castano. Il Dna si è visto nei giorni precedenti che non è più analizzabile, mentre le 41 foto che riguardano i segni sulle braccia di Alberto Stasi sono 'misteriosamente' scomparse. I capelli rappresentano un ennesimo punto interrogativo, infatti pare che siano stati smarriti.

Delitto di Garlasco: dove sono finiti i capelli?

Furono 36 i capelli ritrovati nella casa di Chiara Poggi dopo il delitto di Garlasco, e che oggi sarebbero fondamentali per capire se Alberto Stasi può essere estraneo all'accaduto o meno. Con il Dna sotto le unghie della vittima che non può più essere di aiuto, quella dei capelli rimarrebbe l'ultima possibile strada da percorrere per i legali di Stasi al fine di dimostrare l'innocenza del proprio cliente.

Peccato che questa analisi e il successivo confronto con il nuovo indagato non sarà possibile, perché a quanto si evince dalla notizia pubblicata dal quotidiano Il Tempo, i 36 capelli sono andati perduti.

La Procura di Pavia si dovrà esprimere a breve

In attesa di capire cosa accadrà con la vicenda dei capelli, e se magari verranno ritrovati, la Procura di Pavia si dovrà esprimere in merito alla richiesta della madre di Alberto Stasi, con la quale ha chiesto la revisione del processo.

La donna lo ha fatto sulla base delle novità emerse, ovvero le analisi eseguite dal biologo nominato dai legali del figlio. Ancora non è chiaro quanto la Procura ne terrà conto. Infatti in assenza di un confronto valido, che sarà possibile solo nel caso in cui verranno analizzati i capelli ritrovati sulla scena del crimine, dovranno attenersi alla dichiarazione del biologo da loro incaricato. Egli sostiene l'inattendibilità di qualsiasi ulteriore analisi del Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, perché oramai molto esiguo e troppo logoro.