Alle spalle 20 anni di vessazioni e violenze fino all'omicidio, atto conclusivo di una sequenza incessante di violenze. La storia coniugale di Rosanna Belvisi, 50 anni, la povera donna uccisa ieri dal marito reo confesso che le ha tagliato la gola, è stata tutta un avvicendarsi di sevizie sia fisiche che psicologiche. Con il passare delle ore, dopo che Luigi Messina, ex guardia giurata, ha confessato il delitto, gli inquirenti hanno avuto un quadro completo del menage familiare e del profilo esatto dell'uomo. Era stato proprio lui a chiedere aiuto chiamando il 118; alla polizia aveva poi raccontato di esser tornato a casa dopo una passeggiata e aver trovato la porta spalancata e la moglie riversa a terra in un bagno di sangue.

Ma in Questura dopo ore di interrogatorio la verità è emersa: l'aveva uccisa lui infierendo sulla donna con almeno 23 coltellate e tagliandole la gola.

Gravi precedenti, già accoltellata nel 1995

La loro storia coniugale è purtroppo segnata da gravi precedenti. Già nel 1995 la donna era stata accoltellata alla schiena in casa. Anche in quell'occasione, Messina aveva raccontato di averla trovata ferita rientrando nell'abitazione. Quella volta Rosanna se l'era cavata con una prognosi di dieci giorni. Ma la situazione nel frattempo è peggiorata. A novembre le forze dell'ordine sono intervenute due volte per maltrattamenti: Rosanna era stata picchiata anche con il bastone della scopa.

Una relazione extraconiugale scoperta

Da alcuni mesi Rosanna aveva scoperto che il marito aveva una relazione extraconiugale dalla quale è nato un figlio. Ieri mattina moglie e marito che erano tornati da una vacanza di un mese a Pantelleria, luogo di orogine di lei appassionata subacquea e amante del mare, hanno cominciato a litigare.

"All'ennesima offesa nei miei confronti e nei confronti di mio figlio ho perso le staffe e ho cominciato a colpirla ripetutamente; non ricordo quante volte l'ho colpita", ha confessato Messina agli inquirenti nel corso del lungo interrogatorio che si è concluso all'alba. Ha anche provato a giustificarsi adducendo una inconsistente legittima difesa: "L'ho colpita per difendermi", ha riferito al capo della Squadra Mobile di Milano, Lorenzo Bucossi.

"Mia moglie ha iniziato a rinfacciarmi di avere una relazione extraconiugale e ha tentato di colpirmi con un ferro da stiro. Io ho afferrato il coltello e l'ho colpita". Dopo l'omicidio, Messina ha trascorso le tre ore successive, prima di chiamare il 118, come se niente fosse: ha fatto la spesa, ha comprato dolci in pasticceria, ha giocato alle slot machine esattamente come aveva fatto tre giorni prima di lui Luca Raimondo Marcarelli reo confesso omicida di Tiziana Pavani, massacrata con una bottiglia. Messina si è fermato a chiacchierare con alcune persone nel tentativo di crearsi un alibi. Ma ha fatto trovare il coltello usato per il delitto, mentre gli abiti sporchi di sangue sono stati trovati in seguito in un cestino. Poi l'interrogatorio e la confessione pressato dagli indizi e schiacciato dalle sue contraddizioni: "Sono stato io a uccidere mia moglie, mi dispiace e sono pentito di quello che ho fatto".