E' notizia del giorno che Barac Obama al termine del suo mandato presidenziale ha commutato la pena all'ex militare Manning che era stato condannato a 35 anni di prigione (ne ha scontati già 7) per essere stato la 'spia' di wikileaks a cui ha fornito centinaia di migliaia di dati militari e diplomatici scottanti. A Chelsea Manning, all'anagrafe Bradley, che da transgender sconta la detenzione in un penitenziario militare maschile avendo iniziato la terapia ormonale per diventare donna, si deve l'esplosione del 'Cablegate': fuga di notizie che ha scoperchiato crimini, abusi e bugie dell'Esercito americano in Iraq e non solo.

Manning ha ammesso le sue responsabilità davanti a un tribunale militare; è stato processato e condannato, e a fine partita presidenziale Obama l'ha graziato accogliendo gli appelli dello stesso fondatore di Wikileaks, Assange; dell'altra 'talpa' Edward Snowden da tre anni In Russia, e di parte dell'opinione pubblica americana che lo considera un'icona della libertà. Manning uscirà dal carcere il 17 maggio 2017, data scelta non a caso visto perché in quel giorno si celebra la Giornata internazionale contro l'omofobia.

Le cyber-spie non sono tutte uguali

A chi si chiedeva se a questo punto Obama sia pure con i bagagli già alla mano e sulla porta della Casa Bianca concedesse la grazia anche all'altra spia, Edward Snowden, ex analista Cia a cui invece si deve lo scoppio di quel bubbone di proporzioni colossali che è 'Data-gate', scandalo scoppiato dopo che la spia ha rivelato al mondo i segreti dell'Nsa,National Security Agency Usa.

La mastodontica fuga di notizie di cui è stato l'artefice ha fatto affiorare l'esistenza di un programma di controllo di massa da parte dell'agency e non solo. Facendo scoppiare una serie di scandali internazionali ha rivelato che gli Usa intercettavano i telefoni di 35 capi di Stato e di governo a cominciare dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.

Colpito da mandato di cattura, in fuga dagli Usa per aver rivelato al mondo intero attività di intelligence e spionaggio protette dal segreto di Stato, Snowden ha ottenuto asilo in Russia.

L'ultima mossa di Obama nella Cyber-war

Bene, a scanso d'equivoci, poche ore prima dell'annuncio ufficiale della commutazione della pena di Manning, Josh Earnest, il portavoce della Casa Bianca,ha sottolineato nel suo ultimo incontro con la stampa, le differenze tra i due casi ribadendo che Obama non concederà la grazia a Snowden neanche 'last minute'.

Chelsea Manning ha subito un procedimento della giustizia militare, e' stata esposta ad un processo, e' stata riconosciuta colpevole, condannata per i suoi crimini e ha riconosciuto i suoi illeciti", ha spiegato. "Snowden invece è scappato nelle braccia di un avversario e ha cercato rifugio in un Paese che recentemente ha fatto uno sforzo concertato per minare la fiducia nella nostra democrazia".

Già Obama in un'intervista rilasciata due mesi fa al quotidiano tedesco Der Spiegel, aveva manifestato la sua volontà di non perdonare l'ex analista Cia per le sue rivelazioni e che comunque tecnicamente non è possibile concedere la grazia a chi non sia mai stato condannato perché non ha mai accettato di costituirsi nel suo paese per affrontare il giudizio di una corte americana.

La risposta russa non si è fatta attendere

E guarda caso la contro risposta non si è fatta attendere: le autorità russe hanno fatto sapere che il permesso di residenza di Snowden in Russia è stato prolungato di due anni e che quindi Putin non farà alcun regalo al neopresidente Trump concedendo come chiesto l'estradizione dell'ex talpa dei servizi Usa. Eroe o traditore? L'opinione pubblica americana è divisa tra innocentisti e colpevolisti. Se il film di Oliver Stone ne fa un eroe anti-imperialista, il libro in uscita in Usa dello stimato scrittore investigativo Edward Jay Epstein, dal titolo How America Lost Its Secrets: Edward Snowden, the Man and the Theft, lo considera un bugiardo seriale al servizio dell'intelligence russa.