L'ultimo atto da presidente uscente di Barack Obama, a tre giorni dalla fine del suo mandato, è una mossa a sorpresa: ha commutato la pena a Bradley Manning. Si tratta dell'ex analista dei servizi di sicurezza dell'esercito, condannato a 35 anni di carcere con l'accusa di aver passato documenti della massima riservatezza a wikileaks, l'organizzazione internazionale senza fini di lucro che si avvale della collaborazione di chiunque voglia pubblicare sul web documenti coperti da segreto, che siano essi di Stato, militari, industriali o bancari.

Manning, che nel frattempo sta cambiando sesso e sta vivendo, da transgender, una situazione piuttosto disagiata nel penitenziario militare maschile di Fort Leavenworth, in Kansas, potrà uscire di prigione il 17 maggio di quest'anno, anziché nel 2045.

La grazia concessa da Obama arriva dopo due tentativi di suicidio in carcere ed uno sciopero della fame, e accoglie le richieste di Julian Assange (fondatore di Wikileaks), e dell'ex agente della Nsa (National Security Agency) Edward Snowden, oltre a recepire le richieste dell'opinione pubblica. Lo scorso mese, oltre 100 mila persone hanno firmato una petizione per la liberazione dell'ex militare che, intanto, ha già scontato 7 anni di carcere.

Sul web la più grande fuga di notizie nella storia Usa

Il caporale dell'esercito Usa, analista dell'intelligence durante le operazioni militari in Iraq, ma contrario alla guerra che considerava sbagliata, era stato condannato da un tribunale militare per aver passato nel 2010, a Julian Assange, qualcosa come 700 mila documenti segreti del Dipartimento di Stato e della Difesa, a cui poté arrivare attraverso l'accesso a una rete di computer segreti.

Si è trattata di una delle più grandi fughe di notizia nella storia Usa.

Il suo caso, che ha scatenato lo "scandalo Wikileaks", ha sollevato clamore perché i dossier contenevano informazioni sulla condotta dei militari americani impegnati prima in Afghanistan poi in Iraq, tra abusi e menzogne. Suscitarono indignazione le rivelazioni sugli abusi ai danni di detenuti, e sulle morti di civili disarmati superiori alle stime, o ancora i dati sui prigionieri di Guantanamo imprigionati senza processo, che misero in grave imbarazzo l'amministrazione Obama e l'allora segretario di Stato, Hillary Clinton.

Per tutti questi motivi, una parte dell'opinione pubblica considera la "talpa" un eroe, e in molti ne hanno chiesto la liberazione. Dopo la condanna nel 2013, Manning - che ha ammesso le sue colpe - ha dichiarato di non riconoscersi nel genere maschile e di voler cambiare sesso. Da quel momento ha cominciato un trattamento ormonale e ha scelto il nome di Chelsea Elizabeth.

Storie di spionaggio digitale "anti-sistema"

Julian Assange dopo lo scandalo ha trovato rifugio nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, dove si trova tuttora per sfuggire alle accuse del governo Usa, oltre che a quelle di stupro in Svezia e di hackeraggio a favore della Russia nelle ultime elezioni presidenziali. Il fondatore di Wikileaks, nei giorni scorsi si era detto pronto ad essere estradato e a consegnarsi alle autorità americane, se Obama avesse graziato la sua più grande fonte di notizie, Manning. Una promessa che resta da verificare.

Anche Edward Snowden si era rivolto di recente a Obama, chiedendo la liberazione di Manning. Attualmente, l'ex uomo dei servizi segreti, fonte del "Datagate", ovvero l'inchiesta giornalistica che ha rivelato al mondo l'attività di sorveglianza di massa nei confronti di cittadini americani e stranieri da parte dell'agenzia statunitense Nsa (National security agency) dal 2001, si è rifugiato in Russia per evitare di essere sottoposto a processo.

Si tratta di personaggi accomunati da una stessa finalità: abbattere la segretezza di tutte le organizzazioni di potere in nome della trasparenza consentendo, allo stesso tempo, ai cittadini di proteggere la loro privacy. Metodi di lotta a volte al limite, che entrano in conflitto con il sistema.