'Fra gli avvilimenti di un giovane d'ingegno, massimo è quello di andare a Scuola e di subire gli esami'. Questa frase di Carlo Dossi, scrittore italiano vissuto a cavallo tra XVIII e XIX secolo, potrebbe essere inequivocabilmente smentita. Dal 2018 infatti, l’esame di maturità, crocevia per gli adolescenti italiani tra l’età della spensieratezza e il mondo dei grandi, cambia drasticamente le sue sembianze, assumendo un aspetto nuovo, e per molti insignificante.

Entrerà in gioco infatti la riforma Renzi/Giannini. Essa partirà dal 2018, quando per essere ammessi alla maturità bisognerà avere partecipato alle 200 ore, per i licei, o 400 ore, per gli istituti tecnici e professionali di alternanza scuola-lavoro.

Così afferma la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, che spiega inoltre come a inizio dell’ultimo anno gli studenti dovranno affrontare delle prove Invalsi obbligatorie per testare le proprie competenze in Italiano, Matematica e Inglese.

Il cambiamento più importante

Ma la vera novità consiste nel fatto che ora l’ammissione agli esami risulta “facilitata”. La riforma sancisce infatti come per essere ammessi basterà la media complessiva del 6 (compreso il voto di condotta), diversamente dall’attuale ordinamento, per cui è indispensabile la sufficienza piena in tute le materie.

Come sarà fatto il nuovo esame

Dal prossimo anno i punti per l’esame finale saranno così distribuiti: 40 per la carriera scolastica (12 al terzo anno, 13 al qaurto e 15 al quinto); 20 per il colloquio orale, e per ogni scritto, che da 3 passeranno a 2 – tema e prova di indirizzo.

Viene di fatto eliminata terza prova, da sempre temutissima dagli studenti, anche per la sua peculiarità di essere confezionata la mattina stessa dalla commissione esaminatrice. Modificati anche i criteri di assegnazione dei 5 punti di bonus, secondo il disegno attuale attribuibili a chi ottiene almeno un 15 negli scritti, e che dal 2018 sarà alla portata solo di chi riuscirà ad ottenere 30 punti di credito e 50 nelle prove d’esame.

Le reazioni

Alle esultanze di chi si troverà ad affrontare questa nuova maturità, fanno da contraltare le proteste di molti. In un periodo in cui i giovani sono spesso oggetto di critica, sempre più al centro di eventi cronaca nera (per molti dovuti proprio alla mancata/cattiva educazione ricevuta), sarà questo il momento e soprattutto il modo migliore per dare un nuovo volto all'istruzione italiana?