Ha seminato il panico in gran parte della Sardegna, con decine di furti messi a segno e inseguimenti degni di un pilota di Formula 1, preferendo le zone del Marghine e della Planargia, con puntatine soprattutto ad Alghero, Macomer e Porto Torres. Stefano Sejdovic, 22 anni, originario della Bosnia, ma residente a Napoli, è stato arrestato dalla Polizia dopo che – a bordo di un’autovettura rubata e carica di refurtiva – è riuscito a scappare per poi cercarsi d’imbarcare il porto di Genova. Ora il giovane – con numerosi precedenti penali alle spalle nonostante la giovane età - è stato rinchiuso in una cella del carcere sassarese di Bancali, in attesa di essere ascoltato dal magistrato di turno che si occuperà del caso.

All’interno dell’auto - abbandonata dopo la fuga e l'incidente - i militari hanno recuperato orologi di valore, soldi in contanti, attrezzi utilizzati per lo scasso, oro, telefoni cellulari e tanto altro materiale che – secondo gli inquirenti – potrebbe essere il bottino dei diversi furti messi a segno dal giovane in diverse località della Sardegna. Il 22enne la scorsa sera è stato fermato a Porto Torres mentre cercava di imbarcarsi su un traghetto diretto allo scalo ligure. Il giovane – volto conosciuto alle Forze dell’Ordine – è sospettato di essere a capo della banda che ultimamente ha messo a segno diversi colpi ad alcune tabaccherie della zona di Alghero, Suni e Bosa. Assalti armati effettuati con altri complici che però son sempre riusciti a far perdere le loro tracce.

Indagini certosine

Non è stato semplicissimo per la Polizia rintracciare il giovane residente a Napoli che stava tentando la fuga. Dopo un breve lavoro di intelligence – eseguito dagli agenti della Mobile di Sassari e di Nuoro – i poliziotti sono riusciti a rintracciare il fuggitivo al porto turritano anche grazie alla preziosa collaborazione della Polizia Stradale, della Polizia Marittima e di quella del posto fisso di Porto Torres che - grazie anche al loro lavoro - hanno permesso di portare in carcere il 22enne Stefano Sejdovic.

Colpi armati e fughe a tutta velocità

Secondo quanto ricostruito dagli esperti investigatori della Polizia, i colpi della presunta banda capitanata dal bosniaco avrebbero avuto inizio il 13 gennaio ad Alghero quando i ladri si sono introdotti in una rivendita di tabacchini via Tarragona e hanno portato via tutto quello che potevano senza lasciare nessuna traccia.

I ladri infatti avevano movenze da professionisti e – non avendo lasciato impronte – probabilmente nei colpi infatti pare abbiano utilizzato guanti di lattice. In quel caso la loro fuga era avvenuta a bordo di una Volvo che poi era risultata rubata proprio ad Alghero. Il secondo colpo invece - secondo la Polizia - è andato a segno a Bosa dove di mira era sempre stato preso un tabacchino, con le stesse identiche modalità.

Il colpo finale e l’arresto

Poi l’ultimo e definitivo colpo sarebbe stato messo a segno dalla banda a Suni dove – sempre dopo aver svaligiato un tabacchino – il gruppo era stato intercettato dalla Polizia Stradale. Dopo un lungo inseguimento a tutto gas per le strade della Sardegna l’auto era finita fuoristrada sulla statale 129 bis, lasciando per strada gratta e vinci, sigarette, soldi in contanti ma anche tracce di sangue.

Grazie a queste - e anche grazie al fatto che il giovane si fosse andato a medicare in ospedale a Sassari per delle vistose ferite al viso - in poche ore gli investigatori, raccolti numerosi elementi utili, sono andati a recuperarlo nello scalo di Porto Torres dove Sejdovic voleva comprare il biglietto della nave che – almeno secondo lui – sarebbe stata la sua ancora di salvezza, portandolo lontano dalla Sardegna. Le indagini della Polizia sono ancora in corso dato che i suoi complici sono ancora a piede libero: ci saranno sicuramente degli aggiornamenti.