Continuano imperterrite le ricerche dei dispersi all’hotel rigopiano, a Farindola sul Gran Sasso, che è stato completamente travolto e addirittura spostato di dieci metri da una immensa slavina innescata dal terremoto delle scorse ore. I soccorritori hanno proseguito le ricerche per tutta la notte con l’obiettivo di ritrovare circa 30 persone che ancora non hanno risposto all’appello. Le temperature sotto lo zero e il paesaggio immerso nella neve, però, limitano le condizioni di sicurezza e stanno rendendo le ricerche difficoltose e flemmatiche.
Intanto nella notte le turbine e le ruspe hanno proseguito il lavoro per sgomberare la strada che sale all’hotel e facilitare, quindi, la circolazione dei mezzi di soccorso.
I soccorritori. Impressionati e provati anche i soccorritori che all’ANSA hanno dichiarato di “non aver mai visto nulla del genere”.Cristian Labanti, operatore del Soccorso Alpino, insieme ad altri, era infatti partito con gli sci dal versante aquilano del Gran Sasso per prestare soccorso. Una volti giunti a destinazione, però, si sono ritrovati dinanzi ad una situazione disperata ed avvilente.
Subito prima della valanga. Secondo le dichiarazioni rilasciate all’ANSA da un amico di Roberto del Rosso, titolare dell’Hotel Rigopiano e ancora nella lista dei dispersi, a destare preoccupazioni e impazienza tra gli ospiti e il personale è stato soprattutto il forte sisma di magnitudo 5.1, e non la neve abbondante.
Al momento della valanga, infatti, gli 11 membri dello staff si erano radunati al bar e i 24 ospiti della struttura si erano riuniti nella hall in attesa di lasciare l’albergo anche grazie allo spazzaneve che quel pomeriggio sarebbe dovuto intervenire, prima alle ore 15:00 e poi alle ore 19:00, per rendere percorribile la strada.
Lo spazzaneve, però, non ha fatto in tempo ad intervenire anche a causa della bufera in corso.
I superstiti. Al momento solo due persone sono state tratte in salvo. Tra questi il 38enne Giampaolo Parete che nella valanga ha perso la moglie e i suoi due figli. Lui è salvo perché “era andato a prendere una cosa in macchina”. Intanto i cani dei Vigili del Fuoco che stanno perlustrando la zona non hanno rilevato alcuna presenza.
La slavina. Il geologo Gian Gabriele Ori, dell’università di Chieti, ha dichiarato all’ANSA che si è trattato di “un’enorme colata di detriti. Un fenomeno raro, che ha acquisito forza e velocità notevoli sotto la pressione della neve, dalla debolezza del terreno. Il Terremoto lo ha innescato, come una miccia”.
La Procura di Pescara ha aperto un’indagine per omicidio colposo. Domani, intorno alle ore 11:00, il consiglio dei ministri con l’estensione dello stato di emergenza colpiti dal sisma e dal forte maltempo negli ultimi giorni. È previsto, quindi, l’aumento dei mezzi di soccorso e dei soccorritori nelle zone flagellate da questo incubo che ormai non dà più respiro.