Otto ragazzi su dieci ritengono che insultare e offendere qualcuno attraverso i social non sia grave perché non implica una violenza fisica. Ridicolizzare l'aspetto fisico di una persona, l'abbigliamento, i comportamenti, per 7 teen ager su 10 è 'cosa da poco' perché non avrà conseguenza alcuna su chi subisca attacchi 'virtuali'.

Sono questi alcuni degli allarmanti dati che emergono da una ricerca condotta dall'Università La Sapienza di Roma, presentata in occasione dell'avvio del progetto 'Giovani ambasciatori contro il bullismo e il cyberbullismo per un Web sicuro', voluto dal Moige (Il movimento genitori) con la polizia di Stato per un uso responsabile della Rete.

Dati resi noti nella giornata del Safer Internet day dedicata alla sicurezza in Rete, che coincide anche con la 'Prima giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola' dal titolo 'Un nodo blu, le scuole unite contro il bullismo', un'iniziativa promossa dal ministero della Pubblica Istruzione nell'ambito del piano nazionale per la prevenzione del bullismo e cyberbullismo.

Cyberbullismo, i risultati della ricerca universitaria

La generazione sempre connessa ha scarsa consapevolezza delle regole per una corretta navigazione in Rete; scarsa consapevolezza degli effetti dei comportamenti 'virtuali' aggressivi su utenti presi di mira; dell'impatto emotivo e psicologico che un certo ripetuto atteggiamento sul Web produca; di che cosa significhi pubblicare su Internet post, ma soprattutto immagini.

I dati della ricerca dell'università La Sapienza fotografano una situazione allarmante, se non pericolosa, per i nativi digitali: probabilmente fin dalla culla o comunque in età precocissima abituati alle tecnologie, alla 'second life' che spesso diventa prevalente, eppure ignari di rischi, pericoli, responsabilità personali, conseguenze delle proprie azioni.

Sette ragazzi su 10, ad esempio non capiscono la gravità nel pubblicare immagini senza autorizzazione che ritraggono persone prese a bersaglio.

L'indagine è stata condotta su un campione di 1500 ragazzi delle Scuole Secondarie di primo e secondo grado e il dato più preoccupante che emerge è che insulti e immagini pubblicate senza permesso, sono ritenuti leciti perché divulgati in ambito ristretto.

Presi di mira sono l'aspetto fisico, condotte non ritenute 'smart', timidezza, non aggregarsi a gruppi 'forti; dipendenza dai genitori, comportamenti paurosi. Per i problemi legati a un uso improprio del Web parte oggi il progetto di prevenzione che coinvolgerà 40.405 studenti, più di 80 mila tra docenti e genitori in 114 scuole medie di 15 regioni.

Safer Internet day, educazione alla vita virtuale

Oggi è il Safer Internet day, la giornata per la sicurezza in Rete, che si svolge ogni anno il 7 febbraio in oltre 100 città del mondo, promossa dal 2004 dall'Unione Europea per sensibilizzare la 'generazione Z' sulle insidie che la navigazione comporta e attivare gli adulti, i genitori a una maggiore presenza.

Il Italia il progetto è gestito dal consorzio 'Generazioni connesse', Safer Internet Centro Italiano che vede la compresenza di più istituzioni: ministero dell'Istruzione, dell'Interno e delle Comunicazioni, polizia postale, l'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, università degli Studi di Firenze, università degli studi di Roma 'La Sapienza', Cooperativa E.D.I., Movimento Difesa del Cittadino e l'agenzia di stampa Dire.

'Be the change: unit for a better Internet', è lo slogan scelto per l'edizione di quest'anno per sensibilizzare ognuno sul ruolo attivo e responsabile che può avere per fare di Internet un luogo sicuro e positivo. Il clou dell'evento si svolge oggi a Roma presso l'ex caserma di via Guido Reni dove alla presenza di circa 1000 studenti con istituzioni e associazioni celebrando anche la I giornata contro bullismo e cyberbullismo ci saranno dibattiti, workshop, laboratori per contrastare cyberbullismo, sexting, pedopornografia on line.