Il bando anti-immigrazione del presidente #Donald Trump, che ha suscitato tante polemiche e proteste da parte degli oppositori, subisce una battuta d'arresto. Quest'oggi a Seattle il Giudice James Robart blocca il provvedimento che vieta l'ingresso ai cittadini provenienti dai sette Paesi a maggioranza musulmana e vengono ripristinati i visti.

Lo stop al bando

Il giudice federale statunitense James Robart ha stabilito che la causa contro il bando richiesta da due Stati, prima quello di Washington, poi quello del Minnesota, è valida e, pertanto, il provvedimento viene sospeso, e sarà processato in seguito dalla Corte Suprema.

Quindi l'applicazione delle restrizioni all'ingresso Usa, stabilite dal provvedimento, sono temporaneamente sospese su base nazionale. Di conseguenza il Dipartimento di Stato ha annullato la cancellazione dei visti per l'ingresso in Usa. Lo stop al bando ha obbligato il governo a comunicare alle aerolinee l'accettazione dei passeggeri provenienti dai sette paesi islamici mentre il dipartimento per la sicurezza interna non imporrà il fermo alle compagnie aeree. Effettivamente le compagnie aeree Air France, Qatar Airways, Lufthansa e Swiss hanno reso noto di aver adottato le norme stabilite dalla giustizia americana e i passeggeri dotati di documenti in regola, potranno imbarcarsi per gli Stati Uniti.

La reazione di Trump

La Casa Bianca è la prima a reagire e presenta immediatamente il ricorso contro la decisione del giudice statunitense, in seguito subentra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, annunciando al pubblico che vincerà il ricorso per la sicurezza del Paese. Trump apprende la notizia del blocco del bando nel bel mezzo di un soggiorno nel suo resort in Florida e furioso, sfoga il suo sconcerto sui social, scagliandosi contro l'opinione di James Robart, delfinendola ridicola e anti-americana e che, in questo modo, sta privando il paese della sua legalità.

Trump poi, puntualizza, che alcuni paesi d'oriente sono d'accordo con il provvedimento perché sanno che se ad alcune persone viene concesso l'ingresso in Usa, queste provocheranno atti terroristici quali morte e distruzione.

La decisione di Robart

L'ordine esecutivo firmato da Trump ha gettato caos negli aeroporti e scatenato un'ondata di proteste negli Usa, ragion per cui erano già partite azioni legali contro il provvedimento in questione, sia da parte di magistrati e associazioni che da alcuni Stati.

Quella emessa, infine, dal giudice Robart è l'ultima di tante azioni denominata tecnicamente ingiunzione restrittiva la quale sarà valida su tutto il territorio nazionale. La decisione dello stop al bando del giudice di Seattle, si fonda sul fatto che nessun attacco è stato portato sul suolo statunitense da persone provenienti dai sette paesi citati dal decreto. La conseguenza, secondo Robart, è che il provvedimento per poter divenire costituzionale, deve essere basato su fatti reali. Gli oppositori del bando ritengono che questa sia una grande vittoria per il paese e il governatore Jay Inslee sostiene che nessuno, neanche il presidente, è al di sopra della legge e, anche se tutto è stato ripristinato, la strada per l'estinzione del decreto è ancora lunga e insidiosa.