Una donna che vive in Afghanistan ha subito una violenta aggressione da parte del marito. Alla povera Zarina, 23 anni, sono state tagliate le orecchie. Un assalto cruento da parte di un marito brutale. La 23enne ha rivelato che il marito l'ha aggredita mentre dormiva, ma non conosce il motivo del terribile gesto. 'Non ho commesso alcun peccato', ha detto Zarina durante un'intervista rilasciata alla BBC. La donna sposò il suo aguzzino quando aveva solo 13 anni. Sembra che l'aggressore sia molto geloso della moglie.
Il marito è fuggito
Un altro femminicidio sfiorato nel mondo.
Una ventenne afgana è stata legata dal marito mentre dormiva e sottoposta a violenze inaudite. L'uomo, dopo averle ha tagliato le orecchie, si è dato alla fuga. Zarina ha riferito che suo marito è una persona strana: si arrabbia quando la vede parlare con altri uomini. È stata probabilmente la gelosia a spingere un uomo afgano a recidere le orecchie della moglie. Questa è in condizioni stabili ma ancora stressata e paurosa. Difficilmente dimenticherà l'esperienza terribile vissuta in una casa nella provincia settentrionale di Balkh. La vittima dell'azione violenta ha confessato che il rapporto con il marito 'non era buono'. Lo voleva lasciare. Sembra che l'uomo avesse impedito più volte alla moglie di vedere i suoi genitori.
L'agghiacciante aggressione avvenuta recentemente in Afghanistan è solo l'ultima di una lunga serie. In tale nazione, purtroppo, donne e minori rappresentano i bersagli preferiti degli abusi.
Troppi femminicidi in Afghanistan
La 22enne Reza Gul è stata vittima di un attacco simile a quello sferrato a Zarina: dopo anni di violenze, il marito le ha tagliato il naso.
La sposa bambina Sahar Gul, invece, è stata torturata per anni dal marito e i suoi parenti. Sul corpo della 15enne venivano spente sigarette. Il marito, inoltre, le strappò le unghie. Suscitò scalpore, nel 2010, il caso di Aisha, una 18enne a cui vennero tagliati naso e orecchie dal marito. Il motivo? La giovane voleva scappare. La rivista Time dedicò la copertina ad Aisha, una delle tante donne afgane che, ogni giorno, vengono angariate.