Un pianto disperato, quello di Sabrina Misseri dopo aver appreso la sentenza di Cassazione: resterà in carcere, condannata all'ergastolo in via definitiva per aver ucciso Sarah Scazzi. Come lei, Cosima Serrano, sua madre, condividerà la stessa pena detentiva ma non la stessa cella, come avvenuto per 6 anni di detenzione. Le due donne saranno presto separate, probabilmente il trasferimento riguarderà Sabrina, il cui legale ha dichiarato essere in uno stato di profondo sconforto. Intanto, come annunciato in seguito alla lettura della sentenza, i legali dei Misseri potrebbero percorrere la strada del ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

Sabrina Misseri disperata

Parla di una giovane donna "a pezzi" il legale di Sabrina Misseri, Nicola Marseglia. Uno stato di grande prostrazione avrebbe invaso la ragazza dopo la lettura della sentenza definitiva. Sconforto incrementato anche dalla notizia di un allontanamento da sua madre. Sabrina era riuscita a superare i 6 anni di carcere grazie alla presenza di Cosima nella stessa cella, l'unico trait d'union tra lei e la normalità. "Era distrutta. Ha pianto soltanto" ha dichiarato l'avvocato, che ha incontrato Sabrina in queste ore.

L'ipotesi del ricorso alla Corte europea

Sin dalle prime battute successive al verdetto della Cassazione, il pool difensivo dei Misseri ha avanzato l'ipotesi di un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

Tale decisione sarebbe motivata dalla presunta violazione di alcuni princìpi fondamentali, tra cui quello del contraddittorio e, non ultimo, il principio per cui la difesa può esaminare i testimoni chiave per l'accusa. I legali di Cosima Serrano hanno spesso criticato la presunta deformazione nel giudizio di merito ascrivibile all'influenza della stampa e dell'opinione pubblica sui giudici popolari, soprattutto in rapporto alle ricostruzioni del caso. L'eccessiva trattazione mediatica della vicenda avrebbe irreparabilmente inficiato la bontà di una sentenza scevra di suggestioni e interpretazioni fallaci.