Nessun colpevole”. Il rogo che il 9 agosto di questa estate devastò il villaggio di Capo Boi e le montagne di Santa Margherita di Pula non si sa da chi o da cosa sia stato innescato. Nonostante le certosine indagini effettuate dagli abili uomini della Forestaledopo la comunicazione della notizia di reato – “non è stato possibile recuperare e trovare elementi utili che possano garantire con certezza eventuali responsabilità penali di qualcuno”, si legge nelle carte. E proprio per questo motivo che la Procura della Repubblica di Cagliari ha chiesto che il fascicolo sia archiviato.

Non ci sono prove sufficienti insomma per stabilire eventuali responsabilità.

L’ipotesi di reato formulata era infatti quella d’incendio doloso ma – dopo mesi di indagini – nessuno è stato mai iscritto nel registro degli indagati. Il sostituto procuratore Liliana Ledda – per questo motivo- ha chiesto al giudice per le indagini preliminari l’archiviazione del procedimento. Come dire, il rogo si è acceso da solo.

Indagini certosine

Inizialmente le indagini degli uomini del Corpo Forestale della Sardegna erano incentrate sulla possibilità che il devastante incendio scoppiato a Capo Boi fosse stato provocato dalle ceneri di un barbecue di una villetta, da cui appunto sembrava fossero partite le fiamme.

Dopo accurate indagini, gli inquirenti non hanno però potuto formulare con certezza la loro ipotesi investigativa anche perché gli elementi disponibili nelle loro mani non erano sufficienti a verificare delle accuse così precise.

Soprattutto considerando il fatto che il rogo si era sviluppato in pochissimo tempo ed era stato alimentato dal forte vento che proprio in quei giorni soffiava con prepotenza sul sud della Sardegna.

Un elemento in più che aveva creato tantissimi disagi ai soccorritori che per giorni avevano dovuto bonificare tutto il territorio circostante.

Soccorsi immediati

Il rogo – partito dalle montagne a ridosso di Santa Margherita - aveva bruciato decine e decine di migliaia di ettari di macchia mediterranea, provocando anche numerosi danni alle abitazioni.

Soltanto grazie al pronto intervento delle forze antincendio si era potuto evitare il peggio. Le fiamme infatti rischiavano di raggiungere e attraversare la strada statale 195 Sulcitana, in quel periodo molto trafficata a causa del numero elevato di turisti.

La bonifica delle fiamme era durata qualche giorno e aveva impegnato in particolare gli uomini del Corpo Forestale di Pula che avevano compiuto un lavoro da veri professionisti, evitando maggiori danni al territorio.