Il più giovane è morto sul colpo. L’amico, C.A., 35 anni, disoccupato di Muravera, invece è vivo per miracolo dopo che ieri sera, poco dopo le 18.30, hanno centrato in pieno - alla guida di uno scooter rubato – il guard rail che da poco è stato risistemato proprio vicino alla rotonda stradale del ponte di Is Paris, a Quartucciu. Probabilmente non sapevano come raggiungere Cagliari e - dopo essere usciti dal Sert di Quartu (dove avevano preso del metadone) avrebbero pensato di rubare uno motorino che avrebbero proprio adocchiato mentre uscivano dal centro di cure, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri.

Durante il tragitto l’impatto mortale. Sul luogo del tragico incidente è immediatamente accorsa un’ambulanza medicalizzata del 118 che ha prestato i primi soccorsi. Per il giovane – che non è stato ancora identificato perché senza documenti – non c’è stato niente da fare. Troppo violento l’impatto con il guard rail. Il suo cuore ha cessato di battere praticamente sul colpo.

All’uscita del Serd

Secondo una prima ricostruzione effettuata dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Quartu – che hanno effettuato tutti i rilievi di rito – i due giovani intorno alle 18.30 sono usciti dal Sert dove – essendo probabilmente tossicodipendenti – avevano ricevuto del metadone. Probabilmente avevano anche deciso di consumarlo insieme ma non avevano un mezzo per raggiungere Cagliari.

Quindi – secondo quanto ricostruito dai militari di Quartu – avrebbero deciso di rubare uno scooter Piaggio Liberty con il quale poi raggiungere il capoluogo della Sardegna. All’altezza di “Is Pontis Paris” però è accaduto l’imprevisto.

Per motivi ancora da accertare infatti il conducente avrebbe perso il controllo del mezzo che è andato a colpire con violenza il guard rail.

L’impatto è stato devastante. Il giovane è morto sul colpo mentre l’amico è caduto rovinosamente a terra.

Indagini in corso

Dopo il ricovero all’ospedale Marino si è riusciti a risalire all’identità di uno dei due giovani coinvolti nello schianto mortale mentre l’altro – che non aveva documenti con se – non è stato ancora identificato.

Anche perché C.A. – nonostante non fosse gravemente ferito e fosse in grado di parlare – non è stato in grado di dire il nome del suo compagno morto.

Le indagini sono ancora in corso e a breve – se non si riuscirà a risalire alla sua identità – saranno effettuate delle perizie sulle impronte digitali che magari sono state già registrate negli archivi delle Forze dell’Ordine.