A Washington si è riunito il summit della coalizione internazionale impegnata nella guerra contro i miliziani dell'autoproclamato "Stato Islamico".
Il summit coinvolge ben 68 paesi e vede anche la partecipazione del ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiana Angelino Alfano.
Il summit statunitense si basa sulla necessità di sconfiggere l'ISIS al più presto, sia militarmente che online.
L'obiettivo dell'amministrazione Trump: 'Bisogna distruggere l'ISIS'
Il summit è stato fortemente voluto dal presidente statunitense Donald J Trump e dall'attuale amministrazione governativa degli USA.
C'è da dire che sin da subito l'amministrazione Trump è stata chiara nel suo obiettivo di distruzione dell'ISIS e lo stesso Trump non intende rinunciare a non realizzare le promesse che aveva fatto in campagna elettorale, almeno su questo spinoso campo.
Inoltre, durante il summit il segretario di Stato USA Rex Tillerson ha indicato proprio nella distruzione dell'autoproclamato Califfato l'obiettivo del summit e della politica estera di Stati Uniti e paesi alleati.
La guerra dell'America di Trump all'islamismo radicale
Il summit di Washington e le dichiarazioni rilasciate da Donald Trump o da membri della sua amministrazione fanno ben capire che i 'nuovi USA' non scherzano affatto sulla lotta al terrorismo internazionale e siano realmente motivati a sconfiggere i miliziani dell'ISIS.
Ciò potrebbe rappresentare un'effettiva novità nell'ambito della politica estera statunitense degli ultimi anni, politica estera che in nome della "guerra al terrorismo" troppo spesso in realtà si svelava essere una politica di stampo imperialista e ciò sopratutto durante l'amministrazione Bush ma anche parzialmente in quella Obama.
A differenza dell'amministrazione Bush e di quella Obama, c'è da segnalare che quella Trump sembra sia realmente pronta a distruggere definitivamente il terrorismo di matrice islamica e non è poi così improbabile che tale obiettivo arrivi anche in tempi brevi.